Foto: Martegani
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Condividere ricordi, parole, esperienze umane e spirituali legate alla figura di Papa Francesco, un Pontefice che rimarrà per sempre nei cuori e nei ricordi di credenti e non credenti, e che ha saputo parlare con sincerità ed empatia a tutto il mondo, puntando la propria attenzione sulle aree più povere e sulle periferie.
Con questo obiettivo, la Diocesi di Trieste ha organizzato, presso la sede del Seminario Vescovile, un incontro, a poche ore dall’avvio del Conclave che designerà colui che guiderà la Chiesa dopo Papa Francesco. Religiosi, ma anche semplici cittadini, hanno portato la propria testimonianza. Fra gli altri, anche il vescovo di Trieste, Enrico Trevisi, che ha sottolineato i tanti aspetti del pontificato di Francesco.

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L’idea di una Chiesa che è vicina alle persone – ha ricordato – anche a quelle che faticano, che sono un po’ disordinate, che soffrono, che si sentono inadeguate di fronte a una vita che tante volte sembra porre delle pretese irraggiungibili, che portano talvolta a tristezze, depressione, disagi psichici — trasversali a tutte le età”.
Una Chiesa vicina, ma anche una Chiesa in cui tutti siamo discepoli missionari. Questo era stato il primo tema centrale del Papa. L’ultimo è stato quello della sinodalità, nella quale tutti siamo corresponsabili anche nel trovare strade e modalità affinché la Chiesa corrisponda alla sua missione”.
In mezzo – ha aggiunto – ci sono tante declinazioni: la pace, l’ambiente, la salvaguardia del Creato, i carcerati, gli ultimi, i migranti, le famiglie ferite… un ampio spettro delle sfaccettature di un magistero che ci ha riportato a declinare il Vangelo nella concretezza delle ferite delle persone”.

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Ha un auspicio per il futuro? Non pretendo che ci dica il nome del prossimo Papa, ma cosa spera per la Chiesa?
Non vi dirò il nome del prossimo Papa… ma certo che ho un auspicio. È quello di qualcuno che ci aiuti ancora a essere gioiosi nel vivere il Vangelo, e magari anche un po’ più contagiosi nel saperlo trasmettere ai ragazzi di oggi, alle famiglie di oggi, perché è con il Signore Gesù che noi troviamo anche la direzione giusta, affinché la nostra vita sia un po’ più bella e questo mondo un po’ più risanato da tutte le ferite che tante volte, invece, lo insanguinano”.

Alessandro Martegani