Sui 14 giorni, la media nazionale dei contagi su 100 mila abitanti è salita a 503,6, con sei regioni con dati più alti rispetto a quelli generali, tra le quali anche la regione costiero-carsica. In aumento anche la media dei nuovi contagi settimanali pari a 825,1, come il numero dei ricoveri che rischia di ritornare oltre la soglia del giallo, confermando il paese saldamente nell'arancione anche se si teme un ritorno al rosso entro gli inizi di aprile. E intanto ieri si è riunito il gruppo consultivo di esperti presso il ministero della Salute, per decidere se proporre al governo il ripristino di alcune misure restrittive, al fine di contenere il numero delle infezioni che risulta nuovamente in crescita. Secondo indiscrezioni trapelate dalla Tv commerciale POP TV, il gruppo di esperti con a capo del gruppo consultivo, Mateja Logar intende proporre all’esecutivo di dichiarare in zona rossa tutto il paese. In base alle previsioni elaborate dall’Istituto Jožef Štefan di Lubiana seguendo questa tendenza dei contagi il paese potrebbe ritornare in fase rossa agli inizi di aprile. In numero riproduttivo R in questo momento tenendo in considerazione il numero delle persone vaccinate e quelle guarite è del 1,16. “Finche non verrà vaccinato almeno il 10 per cento della popolazione, gli effetti della vaccinazione saranno impercettibili “hanno inoltre spiegato dall’Istituto Jožef Štefan. Durante la sessione straordinaria della Camera di Stato, il premier Janez Janša ha spiegato che anche in caso di accordo per l'acquisto del vaccino russo Sputnik Quinto, resterebbe la difficoltà legata alle forniture. Anche se la Slovenia dovesse decidere di registrare autonomamente il farmaco in questione, attraverso i propri organismi regolatori, bypassando l'agenzia europea EMA, avrebbe bisogno di molto più tempo, ha spiegato Janša.

Dionizij Botter

 Foto: Televizija Slovenija, zajem zaslona
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