In Slovenia sono stati registrati venerdì 1253 nuovi casi di contagio da Covid-19, con un tasso di positività pari al 18,5%, a fronte di 6767 test molecolari. Effettuati anche oltre 32 mila test rapidi. 497 le persone ricoverate, 107 delle quali in terapia intensiva. Si segnalano inoltre tre decessi. In aumento anche la media settimanale dei contagi ogni 100 mila abitanti, che si attesta a 932,4. Per quanto riguarda i comuni costieri, venerdì 29 contagi a Capodistria, 11 a Pirano, 4 a Isola, uno ad Ancarano. Nell'ospedale di Isola, che ha riattivato il reparto Covid sono ricoverati cinque pazienti.
“Gli oltre 1.200 contagi registrati venerdì confermano purtroppo che la tendenza è sempre in crescita; per quanto riguarda il possibile inasprimento dei provvedimenti anticovid proposto dagli esperti al governo sono ancora in corso consultazioni”. Lo ha detto il direttore dell’Istituto nazionale di salute pubblica, Milan Krek, durante la visita in Carinzia. “Se decideremo per il lockdown lo faremo a malincuore”, ha spiegato. La decisione è attesa per questa domenica, dopo il vertice a Brdo convocato dal presidente della repubblica Borut Pahor e al quale sono stati invitati il premier Janša, il Ministro della Salute Poklukar, il gruppo consultivo di esperti anticovid e i presidenti dei partiti dell'arco parlamentare. “Dovrà essere una decisione ponderata”, ha detto Krek; “nessun dubbio se si trattasse di guardare soltanto dal lato epidemiologico, bisogna però tener conto di altri elementi, come l'economia; una chiusura totale creerebbe grossi problemi”. Krek ha anche ribadito la posizione degli esperti; “le scuole devono essere le ultime a chiudere; intanto si sta preparando una nuova normativa su scala nazionale per garantire un controllo più rigoroso dei provvedimenti di quarantena e sanzioni adeguate a chi li viola”. Per quanto riguarda la diffusione del virus, Krek ha ricordato che la variante inglese preoccupa in quanto molto più contagiosa, per tale motivo le misure di precauzione vanno rigorosamente rispettate; è proprio la variante inglese la causa principale di questa ondata dell'epidemia. Sul piano delle vaccinazioni, l'obiettivo resta quello di somministrare il siero ad almeno il 70 percento della popolazione, il che dovrebbe essere possibile entro agosto, in modo da affrontare più tranquilli il periodo autunnale.

Delio Dessardo

Foto: UPRS
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