Foto: Tej Gonza, direttore dell'Istituto per la democrazia economica
Foto: Tej Gonza, direttore dell'Istituto per la democrazia economica

Per ridisegnare i rapporti tra economia e società la "democrazia economica" è molto di più di un pittoresco concetto da relegare ai settori più innovativi e progressisti del mondo civile. Quantomeno la pensano così i vertici dell’Istituto per la democrazia economica, che ieri a Lubiana hanno presentato le principali idee portate al secondo congresso sul tema che, nelle loro intenzioni, serve come stimolo a governo e istituzioni per varare una legislazione adeguata a promuovere la partecipazione dei lavoratori agli utili.
Il direttore dell’Istituto, Tej Gonza, ha sottolineato che davanti a sé la Slovenia ha l’opportunità di un cambio generazionale nei prossimi dieci anni, quando un quarto dei fondatori di piccole e medie imprese andrà in pensione. Dati alla mano questo significa cambi di proprietà e trasferimenti di almeno 100 milioni di asset, che da soli valgono all’incirca un quinto del Prodotto interno lordo, e che coinvolgono fra i 70 e gli 80 mila lavoratori. Ed è proprio questa l’opportunità per i dipendenti, che potrebbero intervenire sulla proprietà sia per superare l’incertezza economica, sia creando valore aggiunto per la comunità e l’ambiente locale nel quale operano, avendo maggiori consapevolezza e responsabilità di quanto accade all’interno dell’azienda.
E il modello di azionariato da seguire, secondo i promotori, è l’Employee Stock Ownership Plan (acronimo ESOP), già adottato con successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Tuttavia, come ha spiegato il presidente e co-fondatore dell’Istituto, David Ellerman, per realizzare questo disegno è necessaria una legislazione adeguata, fatta di sgravi fiscali e disponibilità di capitali per finanziare le acquisizioni da parte dei dipendenti, che diventeranno così proprietari e lavoratori attivi nell’azienda. Un primo passo per realizzare un ESOP sloveno è stato compiuto da alcune società fra cui Inea, impegnata in automazione e informatizzazione, che tramite un progetto pilota è riuscita a trasformare il suo azionariato tramite un fondo azionario dedicato, con i dipendenti che ora detengono l’80%.