Foto: Policija
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Una nave cargo partita dalla Cina con destinazione Paesi Bassi, e inviata da uno spedizionerie ungherese, è stata intercettata il 12 agosto nel porto di Capodistria con un carico sospetto di materiale chimico - solfato di magnesio - che non corrispondeva a quanto dichiarato all'ufficio doganale. La merce avrebbe dovuto poi raggiungere Belgio e Germania, oltre a essere distribuita anche sul mercato olandese, ma la collaborazione di polizia, finanzieri e autorità portuali ha permesso di interrompere questo giro di sostanze chimiche legali che sabbero poi state trasformate in sostanze illegali da rivendere come droghe sintetiche. Alcune stime fatte dagli inquirenti parlano di un controvalore superiore ai 3 miliardi di euro nel mercato al dettaglio.
Come hanno spiegato i rappresentanti delle forze di sicurezza alla stampa, i sospetti sono iniziati nelle incongruenze fra l'autocertificazione della merce trasportata, la dichiarazione doganale e il peso dei 120 sacchetti che trasportavano una tonnellata e mezzo di solfato di magnesio, che sarebbe poi servito a produrre il principale precursore per la produzione di anfetamina, il fenilacetone. Nonostante le indagini siano ancora in corso, le autorità di sicurezza hanno deciso di rendere noto questo sorprendente giro di narcotraffico internazionale per mandare un segnale di successo, sottolineando anche il coinvolgimento dell'Europol, il cui intervento si è rivelato cruciale per attivare tutti i canali di condivisione delle informazioni e frenare un fenomeno considerato in costante crescita.
Le droghe sintentiche illegali, infatti, sono il frutto della combinazione di sostanze chimiche legali, e l'Europa funziona da laboratorio per questo tipo di segmento del mercato della droga. Secondo gli inquirenti, la criminlaità organizzata di America Latina e Asia cerca di utilizzare il continente come un vero e proprio laboratorio, per questo hanno tenuto le bocche cucite in merito alle possibili reti di sostegno per questa operazione.

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