Foto: Pixabay
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Come i genitori di bambini con bisogni speciali, un gruppo di genitori di alunni della scuola primaria di Celje ritengono che le normative vigenti interferiscano con i diritti e lo status giuridico dei bambini e che l'istruzione a distanza non sia una misura appropriata e proporzionata. Per questo hanno deciso di presentare un ricorso alla Corte costituzionale. Tra le motivazioni a supporto della loro richiesta, come dichiarato su Radio Slovenia, denunciano il fatto che la formazione a distanza duri da più di cinque mesi e che le autorità non abbiano sviluppato un concetto di scuola più appropriato e meno invasivo durante questo periodo. Inoltre essi ritengono fondamentale per lo sviluppo sociale del bambino che l’istruzione sia svolta in presenza. La Corte costituzionale deciderà nei prossimi giorni se accettare il ricorso e prenderlo in esame.

Non si tratta della prima iniziativa di questo tipo. Nei mesi precedenti hanno già preso vita in più parti del paese iniziative per aprire al più presto le scuole, anche se in queste settimane stanno prendendo voce altri gruppi di genitori che mettono, invece, in guardia sui pericoli di esposizione al nuovo contagio da coronavirus in caso di apertura frettolosa di scuole e asili. In una lettera inviata a dicembre al ministro Simona Kustec, alcuni di essi hanno detto di capire coloro che hanno difficoltà a seguire le lezioni a distanza, ma che non volevano esporre le loro famiglie al rischio di contagio.
Intanto, vista la situazione epidemiologica, le scuole di ogni ordine e grado restano chiuse almeno ancora per una settimana.

Secondo il piano governativo aggiornato, per riaprire dovrebbe essere raggiunto un criterio di meno di 1.350 infezioni da Nuovo Coronavirus in media al giorno negli ultimi sette giorni e meno di 1.200 pazienti Covid ospedalizzati a livello nazionale. Solo allora potrebbero essere varate misure nelle singole regioni; e in quelle con condizioni epidemiologiche più favorevoli, che quindi rientrrino nella cosiddetta fase rossa, sarebbe prevista l'apertura di asili e scuole primarie per le prime tre classi, nonché il permesso di svolgere esercitazioni di laboratorio. Il ritorno a scuola dei restanti studenti è invece previsto nella fase arancione, quando sia la media di sette giorni di nuove infezioni al giorno che il numero di infezioni ospedalizzate scenderanno al di sotto di 1000.

Barbara Costamagna