Foto: TV Slovenia
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"Siamo in piena terza ondata", ha detto il ministro della salute Janez Poklukar. Continua, infatti, l’andamento negativo dei contagi in Slovenia, dove, però, il governo ha scelto di ridurre l’orario del coprifuoco e di continuare a mantenere in funzione gran parte dei servizi commerciali, anche nelle regioni rosse. Restano aperti i dehors nelle tre regioni dove sino ad ora c’era stato questo allentamento, anche se è rimasta gialla solo l’OltreSava inferiore, con il vincolo che se i dati peggioreranno nei prossimi giorni verranno immediatamente chiuse.

Irrigidimenti invece per tutti coloro che arrivano dall’estero, che, tranne alcune eccezioni tra le quali i transfrontalieri, saranno tenuti a presentare un test PCR negativo all’entrata o in caso contrario a sottoporsi a quarantena.

Peggiora anche la situazione per quanto riguarda le ospedalizzazioni, che coinvolgono sempre più le fasce più giovani della popolazione ha detto Poklukar, sottolineando che questo andamento potrebbe essere causato dalla presenza sempre più diffusa della variante inglese.

Vaccinata più della metà dei cittadini con età superiore ai settantacinque anni e secondo il ministro la Slovenia può dire di essere tra i migliori paesi europei per quanto riguarda i dati relativi alle vaccinazioni anti-Covid. Annunciato da lunedì il cambio della strategia vaccinale che privilegerà gli over sessanta per poi passare a coloro che superano i cinquanta anni di età.

Per quanto riguarda la notizia che circola da ieri sul fatto, che il gruppo di esperti abbia proposto un lockdown duro per le prime due settimane di aprile, Poklukar ha precisato che, come concordato all’ultimo vertice convocato dal presidente della Repubblica con tutte le forze politiche, se ne dovrebbe discutere in un altro incontro che Pahor potrebbe convocare nel fine settimane.

Barbara Costamagna