Anche l'Ufficio governativo durate il lockdown ha adeguato il proprio lavoro e l'organizzazione interna ai provvedimenti anticovid. La ministra Helena Jaklitsch e il segretario di stato Dejan Valentinčič hanno continuato a lavorare in sede, mentre gli altri funzionari da remoto. Sono stati disbrigati gli affari correnti e grazie al supporto delle nuove tecnologie, scrive l'Ufficio governativo nel suo rapporto, è stato possibile mantenere i contatti con le comunità slovene all'estero, portare avanti gli obblighi finanziari dei bandi di concorso per il 2020 e la verfica dei documenti sulla realizzazione dei programmi e progetti dello scorso anno.

Costante è stato il contatto con le organizzazioni e associazioni degli sloveni nel mondo come pure con le rappresentanze diplomatico consolari. Le attività delle associazioni delle minoranza slovena all'estero si sono prevalentementze bloccate durante l'emergenza coronavirus, tutte le manifestazioni programmate per i primi mesi dell'anno sono slitatte in autunno nella speranza che gli eventi pubblici in presenza siano consentiti.

A fine marzo la ministra e il segretario di stato hanno inviato una lettera di incoraggiamento a tutti gli sloveni che vivono al di fuori dei confini nazionali chiedendo loro di aiutare il paese in quel momento così difficile. La risposta è stata straordinaria, rilevano, da mondo medico sanitario, scientifico, economico e finanziario. Per esempio gli sloveni del Porabje, in Ungheria, hanno danato alla protezione civile di Murska Sobota, 2 mila mascherine protettive lavabili. L'Ufficio ha seguito con grade interesse l'evolversi della situazione per quanto riguarda la riapertura dei confini, soprattutto con l'Ungheria, e il caso degli studenti transfrontalieri. Molto intensa è stata anche l'attività via social. (ld)

Foto: Porabje
Foto: Porabje