La Slovenia ha messo nuovamente Bosnia-Erzegovina, Serbia e Kosovo sulla "lista rossa" comprendente i Paesi in cui il rischio di contagio da Covid-19 è ancora elevato. Ciò significa che da mezzanotte chi volesse entrare in Slovenia proveniente da questi Paesi dovrà presentare un test fatto non più di tre giorni prima in cui la persona risulta negativa al coronavirus e poi comunque sottostare a 14 giorni di quarantena. Il provvedimento vale per tutti i cittadini dei succitati tre Paesi, anche se in Slovenia hanno parenti o immobili. E vale anche per cittadini di altri Paesi che nei giorni scorsi sono stati in Bosnia Erzegovina, Serbia o Kosovo - non riferire alle autorità preposte di esser stati in quei Paesi è passibile di sanzioni. Le eccezioni: possono entrare in Slovenia gli autotrasportatori in transito che devono però lasciare il Paese nell'arco massimo di 12 ore, chi deve partecipare a un funerale che deve comunque esibire un attestato di negatività al Covid e lasciare il paese in giornata, e infine i cosidetti migranti giornalieri. Idem per i migranti settimanali ma con l'obbligo del test.

Il direttore dell'Istituto per la sicurezza sanitaria, Milan Krek, ha spiegato che la Slovenia inserisce nella "lista rossa" ogni Stato che negli ultimi 14 giorni ha riscontrato almeno 40 casi di contagio su 100mila abitanti.
Per contro il governo sloveno ha inserito nella "lista verde" dei Paesi con una situazione epidemiologica soddisfacente Stati come Danimarca, Lussemburgo, Malta, Spagna, Irlanda e Francia. L'Italia era già compresa in questa "lista verde".
"Il fatto che si siano riscontrati otto nuovi casi di contagio in Slovenia ci preoccupa" ha dichiarato il Ministro della salute Tomaž Gantar che attribuisce la circostanza alla riapertura dei confini, ma anche "ad un atteggiamento forse troppo rilassato" degli stessi cittadini sloveni per quanto riguarda gli assembramenti. "Se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente - ha aggiunto Gantar - non esiteremo a prendere provvedimenti anche all'interno del Paese, a partire da una riduzione del tetto massimo di assembramento da 500 a 200 persone. Finora abbiamo svolto tutti un buon lavoro, ma il rischio Covid-19, sia ben chiaro - ha concluso il Ministro - non è ancora svanito". (a.c.)

Foto: RTV SLO
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