Ritorna dal vivo in Slovenia Malika Ayane, una delle artiste italiane più raffinate e più amate dell'ultimo decennio, per presentarci «Domino» il suo ultimo disco, elaborato e scritto tra Milano, Londra e Parigi, che vanta collaborazioni internazionali, tra cui il collettivo elettronico tedesco dei Jazzanova.

Reduce da un tour ambientato sia nei teatri che nei club italiani, questa sera sarà accompagnata sul palco del Perla da una nuova band. Sentiamo che cosa ci ha raccontato:
«Per la prima volta una formazione inedita con le percussioni suonate da Daniele di Gregorio, che è il coarrangiatore di Paolo Conte, un percussionista straordinario, al basso e contrabasso Marco Mariniello e Jacopo Bertacco alle chitarre. Non dovrei dirlo alla radio, ma se viene bene sarà una figata!

Per fortuna c’è molta gente affascinata dell'idea di ascoltare della musica curata, indipendente dalle mode del momento ( io non sono più di moda!) e devo dire che sia il pubblico sloveno che quello friulano, mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni.
Sono contenta che vi sia piaciuto «Domino» il mio ultimo disco. Ho cercato, assieme ai Jazzanova, di fare un lavoro che potesse contenere la nostra attualità, ovvero la possibilità di avere accesso al vintage, ma anche alle più grandi tecnologie. E visto che l'elettronica comincia ad avere una certa età (anche se noi la trattiamo come una scoperta dell'altro ieri) ho provato a sviluppare un percorso intorno ad essa.

La ricerca è sempre stata importante nella mia musica. Mi piace cercare le origini delle cose. Ultimamente mi sto documentando sul rap primordiale a cavallo tra gli anni '70 ed '80, soprattutto quello inglese. Quando tutta l'attenzione era concentrata nei riguardi della new wave e del dark, nascevano le prime canzoni, ancora piuttosto grezze, che hanno dentro molto funk e devo dire che ci sono cose molto interessanti. Prima di incidere il disco «Naïf» ero andata invece a studiarmi il fenomeno degli ispanico- americani a New York che suonavano jazz con l'approccio latin , cosi come Duke Ellington andò in Sudamerica e fece il percorso al contrario. Studiare le origini serve a capire quali sono stati i filoni, perché noi trattiamo ancora la musica come nata agli inizi del Novecento, senza considerare che ogni genere e sottogenere si è trasformato nel tempo, inventandone di nuovi. Insomma, la musica per fortuna è dappertutto, è bellissima e ce n'è per ogni gusto».

Barbara Urizzi

Malika Ayane Foto: Archivio personale/Ufficio stampa
Malika Ayane Foto: Archivio personale/Ufficio stampa

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