Foto: Mariša Bizjak
Foto: Mariša Bizjak

È stato portato fuori dalla grotta nella notte il giovane speleologo rimasto bloccato in una cavità in cui era sceso ieri con il padre e il fratello.
Il ragazzo era rimasto ferito in seguito a una caduta, riportando la frattura di un braccio e vari tagli ed escoriazioni.
Le operazioni di soccorso sono state molto complesse, sia per le condizioni meteo, con le abbondanti piogge scese sulla regione nel corso della notte, sia per le caratteristiche della grotta: una cavità a duemila metri, costituita da una serie di pozzi. Il giovane si trovava sette metri sotto l’ingresso, ma l’acceso era molto stretto.
Una volta accertato che non c’erano lesioni alla schiena, i soccorritori del Soccorso alpino e speleologico del Friuli Venezia Giulia, hanno deciso di allargare l’ingresso per consentire il trasporto, ma è stata un’operazione delicata per evitare che pezzi della parete cadessero addosso al ferito che non poteva essere spostato a causa delle limitate dimensioni della grotta.
Il lavoro è durato gran parte della notte, e solo poco prima delle due il giovane, di Roveredo in Piano, è stato imbracato e issato all'esterno della cavità e poi, con la luce, trasportato a valle in elicottero.
Complessivamente hanno preso parte all'operazione una quarantina di tecnici del Soccorso Alpino provenienti anche da altre regioni come Lombardia, Trentino Alto Adige, Umbria e Lazio.
I soccorsi non hanno invece potuto fare nulla per le due alpiniste italiane trovare assiderate sul Monte Rosa. Le due giovani, di 28 e 29 anni, erano rimaste bloccate sabato a causa del maltempo a 4.150 metri di quota. Avevano chiamato i soccorsi, ma le squadre del Soccorso alpino valdostano, rallentate dalle pessime condizioni del tempo, le hanno trovate in condizioni disperate a causa del gelo e non sono riusciti a salvarle. Salvo invece il terzo componente del gruppo, un uomo di 27 anni, ricoverato in Svizzera.

Alessandro Martegani