. Foto: EPA
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Pochi giorni dopo l'introduzione dell'obbligo dell'uso dei sacchetti biodegradabili a pagamento per le merci sfuse, in Italia infuria ancora la polemica. Nonostante la difesa dell'iniziativa da parte del Ministero dell'ambiente, degli ecologisti e del sindacato dei chimici sui social network continuano a circolare notizie complottiste su presunti interessi di persone vicine al leader del partito al governo. Accuse che Mattero Renzi ha immediatamente replicato sui social spiegando che si tratta di un adeguamento da parte del Governo alla normativa europea.

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Se la rete accusa con una fake news una presunta cugina di Renzi di possedere la più grande fabbrica di sacchetti biodegradabili del mondo, nella realtà sospetti vengono mossi nei confronti di Catia Bastioli, Presidente della Novanot, industria all'avanguardia nel settore, vicina al segretario PD. Un'accusa che la Bastioli e Renzi rigettano, spiegando che l'obbligo sarebbe stato introdotto per adeguarsi alla normativa europea che impone dal primo gennaio il pagamento del sacchetto biodegradabile utilizzato per frutta e verdura. In questo modo l'Italia intende diminuire l'utilizzo delle borse di plastica con uno spessore inferiore ai 50 micron, introducendo anche l'obbligo di pagamento, in modo da disincentivarne la diffusione. Un'iniziativa che ha fatto sollevare non poche critiche, tanto che il dicastero dell'Ambiente, nonostante il periodo festivo, sta verificando con il ministero della Salute "la possibilità di consentire ai consumatori di usare sporte portate da casa in sostituzione dei sacchetti ultraleggeri". Intanto il Codacons ha annunciato che presenterà una diffida al Ministero dello Sviluppo economico al fine di autorizzare l'utilizzo di borse portate da casa.