Foto: Reuters
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E' l'undicesima edizione e cade in un anno particolarmente importante per l'università veneziana, che festeggia il suo centocinquantenario.
"Non un salone del libro, né una semplice vetrina per ultime novità editoriali, ma un momento di riflessione su temi centrali del nostro tempo". Detto altrimenti, un festival che vuole offrire una prospettiva privilegiata sul mondo contemporaneo attraverso la letteratura, con "un mix di nomi noti e meno noti, contaminazioni di culture e di linguaggi". Così è stata presentata l'undicesima edizione di "Incroci di civilità", manifestazione che dal 4 al 7 aprile porterà a Venezia 25 autori da quasi altrettanti Paesi vicini e lontani, per dialogare con il pubblico "sotto il segno dell'inclusione e della diversità culturale e linguistica". Com'è nello spirito dell'Università Ca' Foscari, punto di riferimento in Italia per lo studio delle lingue e delle letterature straniere, specie quelle orientali.

Quest'anno un focus speciale sarà dedicato agli scrittori africani, fra questi anche un premio Nobel, il drammaturgo nigeriano Wole Soyinka. Tra gli altri protagonisti l'acclamato scrittore inglese Ian McEwan, a cui è affidata l'apertura del festival; mentre fra gli italiani spicca Eraldo Affinati, finalista dei Premi Strega e Campiello, col quale "Incroci di civiltà" entrerà nel Carcere femminile della Giudecca per un progetto speciale, "Interrogatorio alla scrittura". Attesa anche per Toni Servillo, in scena con "Elvira", uno spettacolo in cui l'attore racconta la passione teatrale, regalando emozioni vere.