I primi cittadini dei comuni costieri erano rimasti positivamente sorpresi dal divieto di spostarsi da un comune all’altro. Nodo del contendere l’afflusso di persone provenienti dall’interno che, alcune settimane fa avevano letteralmente preso d’assalto le località turistiche slovene. Molti cittadini, anche ai nostri microfoni, si erano lamentati di lamentarsi di tutte quelle presenze, altri anche sui social non avevano mancato di tacciare d’intolleranza coloro che protestavano.

Ora in Slovenia l’andamento dei contagi è stabile ed il governo ha deciso di alleggerire la morsa. Spostarsi nelle seconde case non è più vietato. Ma cosa ne pensa Đenio Zadković, sindaco di Pirano, dove una fetta consistente del patrimonio immobiliare è nelle mani dei non residenti: “Noi siamo molto ligi alle regole che ci sono state date dallo stato. In questo caso ci sono opinioni diverse. Ne ho parlato con i miei consiglieri. Questa è una fase molto delicata. Non vorrei che tutto finisca con il bel tempo, con questo fine settimana. Vorrei che si rispettassero le regole. Noi non vivremo più nel modo in cui eravamo abituati ed il coronavirius cambierà le nostre abitudini, i nostri rapporti sociali e dovranno esserci delle norme preventive: si dovranno usare le mascherine, si dovrà rispettare la distanza. Noi stiamo trattando con le molle questo affievolirsi delle norme, dobbiamo prenderle in maniera “filigranica”.

In ogni modo ci sarà l’apertura e più di qualcuno sfrutterà l’occasione per venire nelle seconde case. Cosa vuole dire a quelle persone che verranno a Pirano?

"Queste persone sono benvenute, ma vorrei che rispettassero le norme vigenti. Vorrei che venissero solo per sistemare le cose o per fare dei lavori in casa, senza andare a pesare sul nostro sistema sanitario, sulle nostre farmacie e sui nostri negozi. Le misure preventive vengono rispettate in maniera eccezionale dalla popolazione locale. Non vorrei che ci fosse pressione su questa gente che rispetta le norme, anche per questo il livello degli infettati nella nostra regione è basso.

Alle persone che verranno voglio ripetere che sono benvenute nella nostra zona. So che hanno qui da noi gli appartamenti e da me sono considerati come i nostri cittadini, io non faccio differenze. La preghiera però è di rispettare le norme che ci sono, di potare le mascherine, rispettare le distanze e non pensare di fare incontri o feste che sono tipiche di questo periodo di primavera. Capisco che c’è bisogno di svago, di sole, ma in questo momento chiedo solidarietà nei confronti della popolazione locale".

Sui media ed anche sui social non sono mancati appunti nei confronti di questa chiusura e delle richieste che arrivavano proprio dalle nostre zone.

“Non sono un legale, ma sono un legalista. Rispetto le gerarchie. Se le norme di prevenzione sono state applicate bisogna rispettarle. C’erano due opzioni: una era quella di Boris Johnson di salvare l’economia, noi invece abbiamo scelto invece di salvaguardare i nostri genitori ed i nostri nonni. Adesso stiamo andando bene e ne stiamo uscendo bene. Abbiamo un livello minimo di contagi".

Come guarda a questa emergenza dalla finestra del suo ufficio che da su Piazza Tartini?

"Qui davanti c’è il monumento dedicato a Tartini. In questo periodo dell’anno la piazza sarebbe stata piena di gente, di turisti provenienti da tutte le parti del mondo e invece ora siamo qui ad affrontare questa tragedia. E’ un problema che sta coinvolgendo tutti e stiamo cercando di affrontarlo nel migliore dei modi, credo che siamo sulla buona strada".

Intanto Pirano, che vive di turismo, ci sono una miriade di locali che adesso sono chiusi. Cosa può fare il comune per dare una mano?

"Abbiamo già detto a coloro che hanno preso in affitto locali di nostra proprietà che non devono pagare nulla. Noi, per quello che possiamo, stiamo venendo incontro agli affittuari. Poi naturalmente ci sono gli aiuti dello stato che dovrebbero risolvere i problemi di queste persone".

Come farà a riempire il bilancio. Gli introiti del turismo erano una voce importante del comune?

"Il nostro è un comune molto attrattivo. Bisognerà sicuramente mettere in vendita qualche lotto di terreno per riempire il bilancio. Non abbiamo altre soluzioni. Tutto il nostro bilancio poggia sul turismo e questo per noi adesso questo è un grosso handicap. Da questo punto di vista siamo un comune particolare, differente anche da Capodistria ed Isola, che hanno altri introiti. L’unico valore aggiunto sono i nostri lotti di terreno".

Pirano capitale europea della cultura 2025. Il progetto continua?

"Si continua a lavorare. Ne terremo conto anche nella revisione di bilancio. Abbiamo un ottimo progetto, ottime speranze di poter vincere. Il titolo di capitale della cultura ci porterebbe fondi europei per poter finanziare tutta una serie di cose.

Il comune di Pirano ha anche persone che vivono ai margini. Come si sta provvedendo?

"Costantemente ci confrontiamo con i servizi sociali, la croce rossa e gli altri operatori del settore. Voglio che ogni cittadino di Pirano passo vivere questa situazione nel miglior modo possibile. Non vorrei che qualcuno rimanesse indietro. Proprio oggi siamo intervenuti per aiutare due famiglie. Voglio che i nostri operatori vadano in giro a monitorare la situazione e ad aiutare chi ne ha bisogno. Invito tutti coloro che si trovano in difficoltà a rivolgersi ai servizi sociali, che sono organizzati ad altissimo livello".

Stefano Lusa

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO