Una lunga conversazione tra l'imprenditore Paolo Arata ed il figlio, captata dagli investigatori della Direzione Investigativa Antimafia nel settembre 2018, spiega i 30mila euro dati all'attuale sottosegretario ai Trasporti e senatore leghista Armando Siri.
Su questa intercettazione si fonda l'accusa di corruzione contro il Senatore.

Sulla trascrizione del colloquio tra Arata ed il figlio, gli inquirenti di Roma chiederanno al tribunale del Riesame di confermare il sequestro di cellulari e computer dello stesso Arata, presi una settimana fa durante le perquisizioni. Sono questi gli elementi principali dell'inchiesta che, nonostante vari tentativi di delegittimazione giunti da più parti, con addirittura la negazione dell'esistenza della registrazione, sembra ora destinata ad allargarsi.
Nell'intercettazione si sentono gli Arata discutere dei loro affari, il padre spiega i rapporti con Siri, le richieste per farlo intervenire su provvedimenti di legge che riguardano gli impianti eolici per cui loro hanno svariate società ed in particolare gli incentivi che loro non possono ottenere. In un passaggio si parla esplicitamente di 30 mila euro "impegnati". Il senso del colloquio per i magistrati è chiaro: quei soldi sono il "costo" per garantirsi i favori del sottosegretario leghista. Ammissione sufficiente a procedere contro Siri.
Nelle conversazioni intercettate Arata si vanta inoltre di essersi dato da fare affinché Siri avesse un posto nel governo gialloverde. L'imprenditore si occupava delle relazioni con i politici anche per conto di Vito Nicastri il "re dell'eolico", arrestato perché ritenuto uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro, tanto che nel 2017 ha subito la confisca dei beni per un valore di oltre un miliardo di euro.
Ora le ulteriori verifiche tenteranno di ricostruire l'intera rete di rapporti di Arata; i magistrati palermitani sostengono che il cosiddetto "gruppo Arata-Nicastri" alla fine del 2018 ancora incassava fondi a sostegno del mini-eolico da società per azioni interamente controllate del ministero delle Finanze. Il legale di Arata ha più volte dichiarato che tutto verrà chiarito negli interrogatori con i magistrati.

Davide Fifaco

Foto: Reuters
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