Foto: MMC RTV SLO
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Il ministro Piantedosi ha spiegato che le parole da lui pronunciate negli scorsi giorni sono state diversamente interpretate ed ha precisato che in nessun modo ha voluto colpevolizzare le vittime.

Dopo aver espresso il proprio cordoglio per le persone decedute nel naufragio di Cutro, ha ringraziato la Calabria per la solidarietà che dimostra nell’accoglienza ai migranti ed ha ribadito che il Governo non ha in alcun modo impedito i soccorsi e che le accuse in tal senso costituiscono una grave falsità che offende la professionalità e l’onore degli stessi operatori impegnati quotidianamente in mare.

Il ministro ha invece attaccato gli scafisti, accusati di essere i principali artefici della tragedia accaduta sulle coste calabresi.

Dura l’opposizione, che ha accusato l’esecutivo, senza mezzi termini, di “strage colposa” con attacchi anche contro Matteo Salvini, assente dalla seduta, imputato di scappare dal Parlamento e di non assumersi le proprie responsabilità, arrivando a chiederne le dimissioni. Durante il dibattito qualcuno ha anche fatto notare a Piantedosi che in una inversione di logica, avrebbe accusato le vittime, sottolineando che i viaggi ci sono non perché esistono scafisti, semmai il contrario.

L’opposizione critica anche il ritardo, (sono passati 10 giorni dalla tragedia) prima che ci fosse questa informativa urgente. Pesante, inoltre, la considerazione che il naufragio sarebbe stato evitabile stando a vedere le ricostruzioni.

Nella maggioranza si accusa la controparte di strumentalizzare delle vittime innocenti, solo per il gusto di chiedere le dimissioni del ministro dell’Interno, sottolineando come la neosegretaria del Partito democratico, Elly Schlein come primo atto si sia presentata in commissione alla Camera, usando i morti per chiedere le dimissioni di Piantedosi, di Salvini in quanto capo della guardia costiera e di Giorgetti perché a capo della guardia di finanza.

La stessa Schlein, commentando l’informativa, aveva dichiarato che il ministro non ha risposta alla domanda chi ha deciso di non far intervenire la guardia costiera.

Davide Fifaco