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"Gli alleati della Nato hanno avviato consultazioni su come rispondere all'attacco" in Siria. Lo ha detto il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg, riferendosi al presunto attacco con armi chimiche avvenuto a Duma.
La Francia incalza: "Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche da parte del regime siriano": lo ha dichiarato lo stesso capo dell'Eliseo, Emmanuel Macron, intervistato in diretta dalla televisioni pubblica francese. Nessun riferimento a operazioni militari da parte di Macron, da Roma invece un segnale chiaro: L'Italia "non parteciperà ad azioni militari in Siria". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nei colloqui con interlocutori internazionali, tra cui Angela Merkel. "In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l'Italia - ha detto Gentiloni - continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione". Anche la Merkel ha precisato: la Germania non prendera' parte ad eventuali azioni militari. Dagli Stati Uniti si apprende che sono in corso consultazioni a vari livelli, ma nessuna decisione è stata ancora presa. Gli occidentali devono "riflettere seriamente sulle conseguenze" delle loro "minacce" di colpire la Siria. È l'appello lanciato dal governo della Russia, che ha assicurato di non volere "un'escalation". "Chiediamo a tutti i membri della comunità internazionale di riflettere seriamente sulle possibili conseguenze di queste accuse, minacce e azioni pianificate" a carico del governo siriano, ha dichiarato la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova. "Nessuno ha conferito il diritto ai responsabili occidentali di attribuirsi il ruolo di poliziotto del mondo, a volte di inquisitori e carnefici", ha proseguito Zakharova. Ma intanto gli spostamenti tattico-militari nel Mediterraneo continuano. Le navi russe dislocate in acque siriane hanno lasciato la base di Tartus per "ragioni di sicurezza". Lo ha spiegato il capo della Commissione Difesa della Duma, Vladimir Shamanov spiegando - riporta l'Interfax - che "è una pratica di routine. Se c'è una minaccia di attacco le navi all'ancoraggio devono muoversi in modo che un missile non possa distruggere più di una nave". Infine l'annuncio dell'agenzia internazionale per il controllo sulle armi chimiche: "Sabato 14 aprile invieremo nostri tecnici in Siria per verifiche". Ovviamente, guerra permettendo.