Il Presidente della Repubblica ha conferito l’onorificenza al cardinale Franc Rode per l'impegno complessivo e il ruolo svolto per l'indipendenza della Slovenia, il suo riconoscimento nel mondo e per la valorizzazione del dialogo interreligioso.
“I cristiani dobbiamo stare dalla parte della libertà, non solamente quando si tratta della nostra libertà, ma di qualsiasi uomo, comunità, anche delle persone che non la pensano come noi” è la citazione del giovane Rode che il Presidente della Repubblica ha ricordato, sottolineando che Rode è stato tra i primi relatori alla Facoltà di teologia a parlare apertamente del dialogo interreligioso con i fedeli musulmani. “Si è sempre sentito uno sloveno lontano, cresciuto in Argentina, ha studiato a Roma e Parigi e il mondo è stata la sua casa”, ha detto Pahor definendolo l’uomo delle tre culture. Il rinascimento è come un abbraccio da parte del mio paese, ha commentato Rode aggiungendo che la Slovenia ha tutte le possibilità per crescere e consolidare la solidarietà nel rispetto dei valori democratici.
L'ordine al merito della repubblica con serto d'argento è stato invece assegnato al vescovo Geza Filo, per l'impegno nella guida della Chiesa evangelica in Slovenia e, il primo vescovo a guidare la chiesa evangelica dalla capitala e così ribadire l’importanza del protestantesimo a livello nazionale e non solo nell’area dell’Oltremura. Pahor ha così sottolineato che la giornata della riforma è una festa che appartiene a tutti gli sloveni. “Geza Filo si è sempre contraddistinto per il sostegno alle persone in difficoltà e per l’impegno rivolto alla promozione della tolleranza e l’eguaglianza tra le comunità religiose storiche presenti in Slovenia. Conoscere gli altri e le persone diverse, i loro costumi, religione e viverci assieme rende ogni persona più ricca, ha detto Filo.
Anche al mufti Nedžad Grabus, guida della comunità islamica in Slovenia è stato conferito l’ordine al merito della repubblica con serto d’argento per la sua capacità di avvicinare le persone, creare ponti “. A Lubiana dal 2006 ha saputo guidare la comunità islamica in grande serenità e pace e stabilire un buon rapporto con lo stato e le autorità locali. Nel 2007, ha ricordato Pahor, ha sottoscritto un accordo con il governo sloveno sullo status giuridico della comunità islamica. Tra i traguardi più importanti segnati dal mufti Grabus, Pahor ha ricordato le attività svolte nel centro culturale musulmano di Lubiana, un valore aggiunto per la capitale, secondo Pahor. Grabus ha lanciato un appello affinché venga fatto di tutto per mantenere la pace, la stabilità, la fiducia tra le persone. Grabus ha poi detto che tutti i crimini vanno condannati ricordando che è vietato negare l’olocausto e il genocidio di Srebrenica.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Borut Živulović
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