Foto: MMC RTV SLO/BoBo
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Ripreso il negoziato tra governo e sindacati del pubblico impiego. Nessun risultato di rilievo dal confronto. In apertura, le varie sigle sindacali hanno ribadito le richieste che sono anche all'origine degli annunciati scioperi se non si arriverà ad un compromesso. Insistono per chiarimenti del governo su come intende portare avanti il confronto, particolari riguardanti la piattaforma negoziale e il quadro finanziario, cioè il tetto massimo dei mezzi che è disposto a stanziare per gli aumenti salariali. Il capo della delegazione negoziale governativa, Peter Pogačar, è convinto che si possa trovare una soluzione, in modo da scongiurare lo sciopero generale, annunciato per il 4 dicembre, mese che rischia di registrare una serie di agitazioni sindacali. I sindacati del pubblico impiego non sono tutti sulla stessa lunghezza d'onda, su come affrontare la trattativa con il governo; tutti assieme o separatamente. Ricorderemo che l'accordo raggiunto a suo tempo dal governo Cerar con il sindacato dei medici Fides ha creato un precedente, rischiando di compromettere anche il dialogo sociale. La piattaforma negoziale per la ripresa del confronto non è stata preparata dal governo, bensi è stata dettata dal Patto di stabilità e crescita, dicono poi i sindacati.
Intanto, la Camera di Economia lancia una proposta: meno tasse su tutti i salari. Secondo gli industriali qualora il governo concedesse troppo al pubblico impiego si rischierebbe di minare la sostenibilità delle spese di Bilancio e, di conseguenza, anche la crescita economica a medio termine. Da qui l'idea di tassare di meno tutte le retribuzioni, sia nel pubblico che nel privato.