Il governo ha violato gli accordi, sottoscritti dall’esecutivo precedente, relativi alla categorizzazione dei livelli salariali è la motivazione principale che ha spinto uno dei due sindacati della polizia allo sciopero. Il ministro dell'Interno, Aleš Hojs, ritiene che l'agitazione abbia motivazioni politiche e dice di aspettarsi dalla categoria di svolgere i propri compiti stabiliti dalle leggi. Ma alle richieste salariali portate avanti dal Sindacato della polizia, ve ne sono altre che riguardano pure il dialogo sociale, ha detto Rok Cvetko a capo della sigla sindacale. Ma a tenere banco è la polemica che è scaturita con il Ministro degli interni, Aleš Hojs il quale sostiene che l’accordo stipulato con il precedente esecutivo ha penalizzato la polizia inquanto “l’analisi indipendente della situazione, richiesta da entrambe la parti ha messo in luce che le rivendicazioni sono ingiustificate e il governo è stato obbligato ad accettare i risultati” ha spiegato Hojs. Di conseguenza lo sciopero è” ingiustificato e infondato” sostiene sempre Hojs dicendosi d’accordo però sulla richiesta di uscire dal sistema retributivo unico. A proposito ha detto che inoltrerà al governo una proposta concreta a breve. Motivo della discordia, sono soprattutto le varie aggiunte, come quella che riguarda il pattugliamento del confine di Schengen. Hojs sostiene però che le retribuzioni nella polizia non sono affatto basse come si vuol far credere, a proposito ha deciso di rendere pubblici i dati che riguardano i stipendi lordi dei dipendenti al Ministero degli interni, si tratta di 8694 dipendenti. Secondo il sindacalista, Cvetko nell’elenco figurerebbero pure agenti delle unità speciali “la loro identità non andrebbe rivelata” spiega Cvetko il quale ha valutato la decisone di pubblicare la lista da parte del Ministro come una manipolazione che ha messo in pericolo i dipendenti della polizia.

Dionizij Botter

Foto: BoBo
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