Da sinistra: Nataša Sukič, di Sinistra/Levica; Mojca Šetinc Pašek, di Movimento Libertà, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui finanziamenti illeciti ai partiti; e Soniboj Knežak, vicepresidente della Commissione e deputato dei Socialdemocratici. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Da sinistra: Nataša Sukič, di Sinistra/Levica; Mojca Šetinc Pašek, di Movimento Libertà, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui finanziamenti illeciti ai partiti; e Soniboj Knežak, vicepresidente della Commissione e deputato dei Socialdemocratici. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria

La presidente della Commissione che indaga su finanziamenti illeciti ai partiti, la deputata di Movimento Libertà Mojca Šetinc Pašek, ha usato toni decisi e accuse nette nei confronti di Urbanija. In particolare, i membri della Camera di Stato vogliono vederci chiaro sulla compravendita di terreni a Lendava, del valore di mezzo milione di euro, eseguita da Urbanija insieme al sindaco Janez Magyar, che sarà denunciato alla Commissione contro la corruzione. Fra le accuse rivolte a Urbanija anche quella di non aver mai risposto presente alle lettere di convocazione in Commissione, lettere che Urbanija nega di aver ricevuto, quantomeno in quest'ultimo caso, dal momento che, come ha scritto sui suoi profili social, venerdì si presenterà in Commissione cultura, come da richiesta. Šetinc Pašek ha parlato di utilizzo privato delle casse statali come non si era mai visto, motivo per cui l'indagine proseguirà, anche sul piano penale se necessario, per evitare che fatti del genere si ripetano in futuro.
Ironia della sorte, però, come era prevedibile le domande dei media sono state tutte per la delicata fase che attraversa il governo. Nel rispondere ai giornalisti, infatti, nessuno dei tre membri della Commissione - uno per ognuno dei partiti che compongono la maggioranza - ha potuto evitare di esprimere fastidio per la sgradevole situazione in cui si trova ora la ministra della Pubblica Amministrazione, che danneggia la stabilità politica dell'esecutivo non volendosi dimettere. In particolare, il retrogusto dolceamaro, così lo ha definito Nataša Sukič di Sinistra/Levica, è per il bando di gara pubblica che sembrerebbe aver favorito la società dove la ministra era partner, prima di cedere le sue quote. Unanime anche la consapevolezza che la questione è tutta politica, più che penale, motivo per il quale sia i Socialdemocratici che Sinistra hanno detto di aspettarsi prove più che convincenti, prima di esprimersi sulle modalità di voto per l'interpellanza parlamentare presentata dall'opposizione.

Valerio Fabbri

Una sessione dei lavori della Commissione presieduta da Mojca Šetinc Pašek. Foto: DZ/Klara Gojčič
Una sessione dei lavori della Commissione presieduta da Mojca Šetinc Pašek. Foto: DZ/Klara Gojčič