Il dibattito sul quesito si è riacceso dopo che la scorsa settimana è diventata di dominio pubblica la denuncia scattata nei confronti dell'ex consiglio direttivo della Banca di Slovenia, /che nel dicembre 2013 aveva firmato il decreto per il salvataggio del sistema bancario sloveno/ e la reazione del premier Marjan Šarec, secondo il quale si dovrebbe riflettere sull’opportunità o meno di vendere il terzo istituto di credito del paese. Resta da vedere cosa succederà nei prossimi giorni o settimane; si tratta comunque di questioni che non si possono risolvere in due minuti; il governo dovrà prendere posizione e bisognerà far luce su quanto successo ha detto in Parlamento il capogruppo della Lista Šarec, Brane Golubovič. Per il capogruppo dei socialdemocratici, Matjaž Han, si tratta di decidere se vendere o meno, oppure rinegoziare le condizioni con Bruxelles. Non è necessario privatizzare tutto, in quanto le condizioni per l'economia e le banche sono diverse rispetto ad alcuni anni fa, dice ancora Han. Posizione condivisa dal partito del centro moderno. Il capogruppo Igor Zorčič ritiene necessaria una riflessione e, se opportuno, bloccare l'iter. Diversa l'opinione del Desus; lo stato non può fermare la vendita come se niente fosse, avendo preso degli impegni che dovrà rispettare. Decisamente contrario alla vendita poi il partito Levica-Sinistra, posizione espressa in passato anche con la privatizzazione della Nova Ljubljanska e della Nova Kreditna Banka Maribor. Per quanto riguarda l'iter in corso, l'operazione di vendita della Abanka dovrebbe concludersi entro giugno. Questo mercoledi si attendono i contratti con le offerte definitive dagli acquirenti interessati; apertura delle buste e scelta o meno del potenziale futuro proprietario il 17 giugno, alla riunione del consiglio di vigilanza della Holding statale che gestisce l'operazione. Holding che può anche decidere di non accettare nessuna offerta, demandando ogni decisione al governo.

Delio Dessardo

 Foto: BoBo/Srdjan Živulović
Foto: BoBo/Srdjan Živulović