Foto: MMC
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Il presidente dell'organizzazione sindacale costiera KS 90, Damjan Volf, ha invitato la Holding statale slovena, l'amministrazione e il consiglio di sorveglianza di Luka Koper ad "impegnarsi immediatamente per la risoluzione delle ingiustizie che continuano a venir perpetrate nella società portuale dal 1995 con l'ingiusto impiego di lavoratori interinali. Volf ha ricordato che, appunto, dal 1995 diverse migliaia di persone sono state assunte da fornitori esterni di servizi portuali. La società Luka Koper deve assumersi la responsabilità di impiegare direttamente tutti i lavoratori che versano in questa situazione precaria. Con il modello occupazionale a tre pilastri, la Luka Koper continua ad avvalersi di agenzie interinali, proseguendo così con il vecchio sistema di reclutamento dei lavoratori. Il presidente dell'organizzazione sindacale costiera KS 90, pertanto ritiene che in particolare nelle aziende a partecipazione statale, come appunto il Porto, dovrebbe esserci tolleranza zero per le violazioni dei diritti dei lavoratori. Secondo, Marko Blatnik, dell'Ufficio per la protezione legale del lavoro Sonce - Sole, il termine lavoratori interinali è offensivo, poiché la stessa Corte Suprema ha stabilito trattatasi a tutti gli effetti di lavoratori portuali. "La sentenza della Corte deve essere rispettata - ha detto Blatnik e aggiunto - ai lavoratori va restituita dignità e quanto di dovere per il lavoro svolto nel porto di Capodistria. Pertanto, dovrebbero venir richiamati al lavoro coloro che possono ancora lavorare, mentre ai pensionati andrebbero riconosciuti retroattivamente stipendi e contributi versati, in modo da evitare sopravvivano con una pensione di appena 400 - 500 euro". Pure Goran Lukić dell'Associazione di consulenza del lavoro ha ribadito che la sentenza della Corte Suprema conferma che il nuovo modello occupazionale a tre pilastri della società Luka Koper, in pratica viola le normative sull'impego.

Corrado Cimador