Foto: BoBo
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Con l'arrivo dell'ora legale per un giorno rinunciamo a un'ora di sonno in modo da poter godere di un'ora di luce in più fino a ottobre, un guadagno che non sembra convincere tutti. Da tempo infatti ci si confronta sulla possibilità di abolire questa pratica, nonostante i benefici siano stati sempre ritenuti maggiori dei fastidi lamentati da alcuni. In particolar modo vanno sottolineati i vantaggi in termini di risparmio energetico, con un minor consumo di energia elettrica per l'illuminazione, che significa anche risparmio in bolletta che ha come conseguenza secondaria anche un beneficio ambientale, data la riduzione di emissioni di anidride carbonica.
Ma il dibattito rimane aperto. Il Parlamento europeo si era detto favorevole a sospendere la convenzione del cambio orario, la Commissione europea ne aveva chiesta la soppressione dal 2019, con il mantenimento per tutti dell'ora legale (l'orario estivo, per intenderci, richiesta poi bocciata.
Un'abitudine che nasce da lontano visto che l'idea di spostare avanti le lancette per sfruttare al meglio la luce solare risale già al settecento quando Benjamin Franklin, scienziato e politico statunitense, pubblicò la sua idea di "spostare il tempo" sottolineandone l'utilità in termini di risparmio, in quel caso delle candele alla sera. Il nuovo sistema orario venne adottato durante la Prima guerra mondiale quando le lancette degli orologi vennero spostate avanti di un'ora per la prima volta in Germania, seguita dagli altri paesi tra sospensioni e riprese che trovarono una soluzione definitiva dopo la Seconda guerra mondiale.

Valerio Fabbri