Foto: EPA
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La Svolta ormai da tempo come pure durante il precedente quando aveva adottato il nome de L’Unione per la Comunità, ha sempre svolto il suo ruolo con responsabilità e sempre nel rispetto dell’unitarietà e per il bene della nostra collettività, si è prodigata a favore della trasparenza dell’operato e per il rispetto delle regole (statuto e regolamenti interni). Specialmente grazie ai consiglieri della Svolta in Assemblea si è potuto sviluppare un dibattito, c’è stata dialettica e confronto di pensiero ed ogniqualvolta si ritenevano corrette le proposte presentate, il gruppo ha votato "per", dimostrando di fatto, di non fare ostruzionismo ad oltranza ma di voler dare il proprio contributo per la crescita della nostra massima organizzazione.

Ultimamente si sta artificialmente creando un clima di una crescente animosità nei nostri confronti, un’animosità a parer nostro ingiustificata in quanto La Svolta è sempre stata coerente con le sue idee e rispettosa delle regole democratiche ed ha sempre cercato di usufruire di tutte le potenzialità che la democrazia offre. In cambio, ci siamo quasi sempre trovati davanti un muro, una classe dirigente oligarchica, che marciava per alzata di mano e mai ha saputo creare un’atmosfera di reciproco rispetto e di pluralità di pensiero. Siamo stati tacciati di essere i "cugini cattivi", anche se coloro che così ci definivano non potevano non ammettere il fatto che in Assemblea UI ci fosse dibattito, dibattito alimentato il più delle volte appunto dal nostro gruppo consiliare, che ci teniamo a precisare, non è un gruppo di opposizione, ma è un gruppo che crede profondamente nei valori della democrazia, un gruppo consiliare che è convinto che il confronto e la dialettica rappresentino una parte imprescindibile del processo democratico.

Ciò che sinceramente ci sta a cuore e che ci preoccupa, è il destino dell’intera Comunità Nazionale Italiana. Vogliamo quindi ribadire che il nostro unico fine è quello di contribuire alla crescita di questa comunità della quale facciamo parte e alla quale ci sentiamo fortemente legati. Una delle nostre priorità è quella di ridare un senso di tranquillità ai nostri connazionali, la tranquillità di un futuro, della crescita e dello sviluppo della CNI. Ma per fare questo occorrerà discutere, bisognerà confrontarsi portando nuove idee, accettando il confronto. Tutti dobbiamo rispettare le regole, e tutti devono ascoltare tutti. La verità non appartiene solo ad alcuni. In questi anni in seno all’Unione Italiana abbiamo invece assistito a una graduale perdita dell’idea di confronto democratico. Tutti noi siamo italiani, tutti, se abbiamo a cuore il destino di questa minoranza, dobbiamo imparare che è necessario confrontarci e rispettare le idee degli altri. Non esistono i buoni e i cattivi. Il motto “viva noi” vale per tutti non solo per coloro che sono pronti ad alzare la mano senza discutere, solo per coloro che preferiscono seguire le direttive dettate da chi guida il gruppo consiliare Orgoglio italiano.

Ci chiediamo chi sono i responsabili dell’incresciosa situazione che ha portato ad allontanare dalla Comunità Nazionale Italiana, giovani, intellettuali di punta, persone che avrebbero potuto continuare a dare un contributo importante per lo sviluppo della nostra CNI. La Comunità Nazionale Italiana è stata depauperata, impoverita delle risorse umane, e la colpa non è certamente dei nostri consiglieri o dei connazionali. In tutti questi anni si è puntato a perseguire una politica sciagurata in cui si è voluto impegnare le risorse economiche puntando sul mattone, sulla costruzione di cattedrali nel deserto, di scatoloni di sabbia, tralasciando, o ancor peggio, dimenticando volutamente di investire sulle risorse umane. Quando una nave si incaglia la colpa non è del marinaio bensì del capitano. Sono i dirigenti UI che dovrebbero chiedersi dove siamo finiti e come mai ci siamo trovati a stare in bilico sopra a un baratro. Non siamo noi che abbiamo segnato il tempo per dare il via a una danza macabra. Sono coloro che dirigono in questo momento l’UI e che ci hanno portato alla situazione odierna, alle spaccature interne. È inutile negarlo, è avvenuta una spaccatura all’interno della maggioranza e al suo interno si stanno formando nuovi gruppi di pensiero. La maggioranza non è stata in grado di assicurare il quorum alle ultime assemblee ed è solo grazie alla Svolta che responsabilmente ha fatto il suo dovere, che le Assemblee dell’UI hanno potuto avere luogo.

Ed è per questo che vi chiediamo di riconoscere alla Svolta i suoi meriti. Chi l’ha causata, si prenda la responsabilità della crisi.

Ai connazionali vorremmo dire che l’Unione Italiana ha bisogno di nuovi quadri dirigenziali. C’è bisogno di rinnovamento. L’attuale dirigenza è al potere da ben 27 anni, da più di un quarto di secolo. È passata una generazione. Gli scheletri negli armadi sono tanti. Ed è ora di ambiare, è ora di dare nuovo ossigeno a questa nostra Unione. Perseverare con questa politica di non cambiamento dimostra solo la nostra incapacità e la nostra debolezza, non certo la nostra forza. Oppure vogliamo lasciare dietro di noi piazza pulita, assenteismo, alienazione, perdita dell’orgoglio nazionale, perdita dell’identità. La Svolta è contraria a questa logica ed è pertanto che chiediamo a gran voce il rinnovamento. Per noi, è bene ribadirlo non si tratta di una battaglia personale, ma personale lo è per chi da 27 anni mantiene la propria posizione di dirigente, comoda e ben remunerata. Sei mandati, a nostro avviso, possono bastare. È tempo di dare una Svolta all’UI.

In seguito alle note di denuncia di comportamento amorale nei confronti del nostro gruppo di pensiero, la Svolta ribadisce che la responsabilità per la mancata votazione del bilancio consuntivo ricade essenzialmente sul gruppo di maggioranza che, in quanto tale, deve garantire il quorum deliberativo. Quorum invece raggiunto - nelle sedute di decisiva importanza, quali appunto quelle incentrate sull’approvazione dello Statuto (ovvero dalla seduta di Umago in data 25 settembre 2015) - essenzialmente sempre grazie alla presenza dei consiglieri definiti, loro malgrado, dell’opposizione. Opposizione intesa quale ostruzione, cosa che di fatto non corrisponde al vero in quanto, specie nell’ultimo mandato, tali consiglieri hanno invece garantito la democraticità dell’operato dell’Assemblea, cercando con i loro interventi (spesso unici in seno ai lavori dell’assise) di essere propositivi, collaborativi e costruttivi e tutto al fine di individuare le problematiche che la CNI sta attualmente affrontando e delineare di conseguenza una linea di sviluppo della nostra UI in grado di affrontare le nuove sfide.

Il presidente della Giunta esecutiva Maurizio Tremul, attraverso i media, sta facendo pressione sulle comunità, sta creando una profonda lacerazione dentro l’UI. Si tratta di un evidente abuso di potere.

Il gruppo La Svolta ritiene l'Unione Italiana l'associazione di tutti i membri delle comunità italiane della Croazia e della Slovenia. Per la Svolta, l'Unione italiana è una e indivisibile. Attualmente, secondo la legge in materia di associazioni in Croazia, l'UI è un'associazione registrata in Croazia, ma opera parimenti anche fuori dai confini dello stato croato.

Non deve esistere alcun motivo di preoccupazione per le comunità italiane nella parte dell'Istria dentro i confini di Slovenia. Il ruolo di cardine unificatore è stato attribuito all’UI anche dall'accordo Italia-Croazia. Esiste invece l'UI di Capodistria, soggetto registrato in Slovenia che non va confuso con l'UI di Fiume. Essa opera solo in funzione delle CI di Slovenia. La sua presenza, necessaria per essere registrati in Slovenia, ha però segnato di fatto, in un certo qual modo, la divisione dell'UI che doveva rappresentare la CNI di entrambi gli stati.

È stato legittimo desiderio dei vertici UI non accentuare questa divisione, trovando un escamotage per continuare a presentare l'UI come unica. Purtroppo, il linguaggio e le modalità che di facciata sono usate per mantenere l'unitarietà sono ambigue, e rischiano di creare insufficiente trasparenza nella gestione dei fondi.

Da quanto ne segue, La Svolta segnala solamente che è giunto il momento di mettere in chiaro lo status dell'UI di Capodistria registrata in Slovenia, onde evitare equivoci ulteriori, e avviare un processo di reale unitarietà dell'UI quale rappresentante della CNI in Slovenia e Croazia.

È stato invece il presidente della Giunta esecutiva Maurizio Tremul, ad attentare all’unitarietà della CNI, cercando di provocare, con la sottoscrizione della loro dichiarazione congiunta, una scissione delle CI residenti nell’Istria ora Slovena. Si segnala che la soggettività dell'UI è ormai messa a dura prova pure da alcuni provvedimenti attuati su sollecito della direzione dell'UPT. L'Ente morale UPT, che nella sua storia è stato di vitale e fraterno sostegno alla CNI allora rimasta nei territori dell'ex Jugoslavia, oggi sta attuando una politica di ingerenza nelle questioni dell'UI, tesa a indebolire la sua soggettività. Quest' attacco all'UI si è palesato chiaramente alla decisione di togliere dal piano finanziario la voce dei mezzi provenienti dalla regione Friuli Venezia Giulia. Dotazione che un tempo andava direttamente all'UI, ma che ora viene gestita a discrezione dell'UPT. Ci chiediamo quale criterio di assegnazione e punteggi di valutazione saranno applicati agli stanziamenti dei mezzi del FVG, quali saranno i progetti, e candidati da chi, verranno finanziati.

Tutto ciò dovrebbe spronare l'Assemblea dell'UI a presentare un’istanza decisa e vigorosa al governo di Croazia, in cui si chiede di riconoscere all'UI uno status speciale. È incredibile che senza alcun dibattito o protesta l'UI sia stata trattata alla stregua di una semplice associazione corale e si abbia permesso di applicare, senza batter ciglio, la nuova legge sulle associazioni in Croazia che ha duramente minato la sua soggettività.

Tornando all'ultima seduta assembleare, la consigliera Floriana Bassanese Radin ha tentato di ostacolare i lavori appellandosi al fatto di presiedere il Comitato dei garanti, anteponendolo all’Assemblea, ovvero in contrasto con l’Assemblea stessa, arrogandosi un diritto che non le spettava. Di fatto la Bassanese ha dimostrato che non esiste divisione dei poteri dentro l’UI, ma che anche il Comitato dei garanti è al servizio del presidente della Giunta esecutiva che, ancora una volta, ha abusato del suo ufficio. Fatto inaudito, gravissimo e senza precedenti. Si ritiene pertanto che l’Assemblea sia guidata dal presidente della Giunta Esecutiva, dalla quale influenza non può liberarsi.

La Svolta auspica che il comportamento della stampa e dei media: La Voce del Popolo, Radio Capodistria e TV Capodistria, si dimostrino non essere mezzi di informazione di regime, ma mezzi di informazione che daranno spazio al pluralismo di pensiero visto che che fino ad ora non hanno seguito il dibattito equamente, dando in egual modo, non riservando maggiore spazio a Maurizio Tremul. La pubblicazione dell’intervista di due pagine a Maurizio Tremul su La Voce del Popolo, nel giorno stesso della seduta dell’Assemblea, è stata solamente l’ultima palese manipolazione dell’opinione pubblica.

La Svolta reputa assai difficile e poco propositivo continuare i lavori dentro l’Assemblea con il clima venutosi a creare e chiede alla dirigenza UI di restaurare un’atmosfera di tolleranza e di reciproco rispetto, di incentivare il dibattito ed una sana dialettica e di non abusare con le alzate di mano a forza di maggioranze strane.

La seduta di Buie ha dimostrato che l’Assemblea UI è paralizzata, che non ha la capacità di condurre un confronto, di raggiungere una condivisione, ma soprattutto è svuotata delle sue prerogative, esautorata del suo ruolo.

La Svolta non vuole imporre modifiche o leggi ad personam. La Svolta sta portando avanti un discorso semplice e invitando i consiglieri dell'Assemblea UI a non rinunciare alla soggettività dell'UI, a ridiscutere i rapporti UI-UPT, a non sacrificare il ruolo decisionale dell'Assemblea, a non consentire che si affermino ottiche localistiche delle quali terzi potrebbero approfittare.

L'unico percorso attuabile è ridare vigore al principio di autoctonia. Esso esprime le qualità prettamente specifiche della CNI nel suo territorio storico. Il concetto di autoctonia dovrebbe essere riaffermato dinanzi al governo croato, sloveno e italiano. In virtù dell'autoctonia la CNI afferma la sua individualità, la sua specificità rispetto alle altre minoranze. Questo principio dovrebbe conferire all'UI uno status giuridico nuovo, accettato da Croazia e Slovenia, che sancirebbe la reale unitarietà del nostro corpo nazionale.

Le questioni sull'unitarietà e soggettività non vanno confuse con le modifiche arrivate sotto forma di proposte alla Commissione per lo statuto. Lo statuto dell'Unione Italiana non è una costituzione statale. Deve invece essere un documento snello e funzionale che contempli una serie di articoli utili alla realizzazione degli obiettivi che si prefigge. Pertanto la modalità di elezione dei vertici innanzitutto non mette minimamente in dubbio l'unitarietà. Il fatto che in alcune proposte si sia tolta la specificazione di provenienza dei presidenti, palesa maggiormente che non esiste una divisione. Contrariamente, il prevederla sottintende che non siamo tutti uguali.

Il suffragio diretto dei Presidenti di per sé non garantisce maggiore democraticità. Lo si vede oggi più che mai a causa dell'ondata di populismo a livello globale. Nel nostro caso è maggiormente indebolito il grado di democraticità vista la sproporzione di visibilità dentro i nostri media d'informazione tra chi sta alla dirigenza e chi manifesta opinioni divergenti; evidentemente causata da una scarsa autonomia dei nostri giornalisti e in generale dei nostri mezzi d'informazione.

Perciò, va ridata centralità all'Assemblea dell'UI. In questi due ultimi due mandati il suo ruolo è stato ridimensionato poiché i Presidenti si sentivano legittimati dal voto a suffragio diretto, con un evidente deriva populista. I consiglieri quale anima delle CI e organo di massima decisione devono invece avere il dovere di nominare chi rappresenterà l'UI. L'Assemblea non è un parlamento. È improprio usare il linguaggio della politica e dire maggioranza e opposizione. Quale assemblea di un'Istituzione che rappresenta la CNI, l’Assemblea deve essere uno spazio di dialogo, confronto, discussione. Ma le decisioni devono essere sempre frutto di una condivisione di intenti e non possono essere portate avanti a colpi di alzate di mano.

La limitazione dell'incarico dei Presidenti a due mandati non interscambiabili è dettata dal buon senso, garantisce un ricambio delle dirigenze, evita la prassi che tende a professionalizzare il posto di dirigente, garantisce una maggiore partecipazione dei soci alle elezioni per il rinnovo delle cariche UI.

Ribadiamo, ormai non come Svolta, ma in qualità di connazionali proponenti, che la parola compromesso non si possa applicare a tale situazione, la posizione maggioranza e opposizione sia del tutto inadeguata. Il metodo del ricatto deve finire. Va avviato invece un processo di serio rinnovo dell’UI che deve ritornare ad essere rappresentativa delle reali necessità degli appartenenti alla CNI sul territorio di insediamento storico.

Nei suoi interventi la Svolta tramite il suo capogruppo la sig.ra Roberta Stojnić, ha usato il termine comunità storiche e ha nominato le CI di Fiume, Rovigno e Pola. Vogliamo ribadire che la Svolta non sminuisce in nessun caso il ruolo delle altre CI, ed anzi auspica la loro crescita, lo ha fatto solo nel voler ribadire che queste CI hanno richiesto un cambiamento organico dell’UI compreso lo Statuto. La Svolta inoltre non si è espressa a nome delle CI, ma lo ha fatto a nome dei consiglieri appartenenti al gruppo stesso. La Svolta inoltre non pretende di rappresentare le CI quali istituzioni, rappresenta invece i consiglieri che fanno parte della Svolta e che provengono dalle varie CI.

Ci scusiamo con tutte quelle CI che si sono sentite sminuite rispetto ad altre. Questa non è la filosofia della Svolta che opera per il bene di tutte le CI e di tutta la CNI.

A tutti i connazionali un caloroso saluto, al giornale grazie per lo spazio concessoci.

IL GRUPPO CONSILIARE "LA SVOLTA"

2 marzo 2018

Radio Capodistria segue in modo preciso ed imparziale gli accadimenti all'interno della minoranza. Nei nostri GR e nelle nostre trasmissioni specifiche lo spazio tra i vari gruppi e correnti d'opinione è equamente ripartito. Il gruppo consiliare La Svolta è regolarmente ospite in tutte le occasioni in cui si parla del lavoro dell'Assemblea di Unione Italiana. Risultano pertanto forvianti e non veritiere le insinuazioni che non si darebbe spazio al pluralismo di pensiero.

Il caporedattore del programma informativo

dr.Stefano Lusa