Foto: Reuters
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Solidarietà a denti stretti in Slovenia nei confronti della Gran Bretagna per il caso dell' ex agente del KGB avvelenato a Londra insieme alla figlia. Un caso che ci sta facendo ripiombare in un' atmosfera da guerra fredda. L' occidente e la Russia sono ai ferri corti. In Slovenia però il caso ha innescato l'ennesima lite in casa, con il ministro degli esteri Erjavec da una parte contrario a qualsiasi tipo di ritorsione verso la Russia, e, dall' altra il partito del premier Cerar che ha optato per un semplice richiamo dell' ambasciatore sloveno a Mosca , e il capo dello stato Pahor che vorrebbero maggiore solidarietà nei confronti di Londra. La sensazione che se ne ricava è una bizzarra estraneità di Lubiana dall' Unione europea e della Nato. Ricordiamo che sia l' una che l' altra erano due punti di riferimento imprescindibili nel cammino del paese verso l' indipendenza dalla ex Jugoslavia. Oggi la sensazione che abbiamo è che in politica estera in Slovenia non sappiamo che farcene, ne' della Nato ne' dell' Unione europea. Probabilmente anche per effetto della crisi generale che sta colpendo la politica europea in seguito ai nuovi populismi e nazionalismi. Crisi che sicuramente non si risolve girando la testa da un' altra parte, facendo la corte ad un sistema di potere quanto meno controverso come è quello di Putin. Il rischio è di rimanere isolati e senza un' identità precisa nel contesto globale. Buon fine settimana e buona Pasqua.