Foto: Reuters
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È diventata ufficialmente un caso diplomatico l'irruzione di alcuni agenti della Gendarmeria francese nella sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, in territorio italiano.
Cinque agenti armati sono entrati nella struttura, dove operano i medici e i volontari dell'organizzazione Rainbow4Africa, che assiste i profughi che cercano di passare in Francia dalle Alpi, e hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine, intimidendo un medico e i volontari.
La polizia italiana ha poi allontanato i colleghi francesi, la presenza di agenti francesi in armi sul territorio italiano ha provocato l'immediata reazione dell'organizzazione internazionale e anche del ministero degli esteri italiano, che ha contattato il governo Francese e l'ambasciata chiedendo immediate spiegazioni.
Per Parigi però si tratta di un intervento legittimo e Il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, si è messo "a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo del 1990".
La stessa Rainbow4Africa ha definito la vicenda una "grave ingerenza nell'operato delle Ong e delle istituzioni italiane".
Il caso, avvenuto in un quadro di tensione fra Italia e Francia nella gestione dei migranti, (pochi giorni fa una guida alpina francese era stata indagata per avere aiutato una donna incinta), ha provocato anche una serie di reazioni politiche, per una volta unanimi, nel condannare l'atteggiamento della polizia francese e nel chiedere una reazione adeguata da parte del governo di Roma.