Foto: EPA
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Era stato il nuovo leader etiope Abiy Ahmed a rompere il ghiaccio, il mese scorso, accettando un piano di pace che ha posto fine ad un conflitto pluriventennale, e la settimana scorsa aveva visitato l'Eritrea per i primi colloqui faccia a faccia con la controparte. In Etiopia c'è persino chi ha paragonato il disgelo con l'Eritrea alla caduta del Muro di Berlino. I due Paesi si trovano in una situazione di "nè guerra nè pace" dal conflitto del 1998-2000, costato la vita a quasi 80.000 persone, a fronte del rifiuto opposto da Addis Abeba al riconoscimento del confine tracciato dalla Commissione Onu. Un conflitto che era stato preceduto da diversi incidenti avvenuti subito dopo la conquista dell'indipendenza da parte dell'Eritrea, nel 1991, dopo 30 anni di guerra. Nel 1962, infatti, l'imperatore etiope Haile Selassie aveva annesso l'Eritrea, allora "entità autonoma" federata con l'Etiopia, innescando la lotta per l'indipendenza, conclusasi nel maggio del 1991 con la conquista di Asmara. L'Eritrea è diventata ufficialmente indipendente il 24 maggio 1993, ottenendo il controllo dei porti di Massaua e Assab. L'Etopia ha perso allora i suoi sbocchi sul mare. Oggi, dopo tanti anni di guerra, animosità e tensioni, etiopi ed eritrei esprimono sui social media speranza e stupore per un clima che solo due mesi fa sembrava se non irraggiungibile, ancora lontano. A piccoli passi il disgelo sta già dando i primi frutti: i collegamenti telefonici tra Etiopia ed Eitrea sono stati riaperti e mercoledì prossimo è in programma il primo volo della compagnia di bandiera etiope verso Asmara.