"I sindaci che non applicheranno il decreto sicurezza ne risponderanno legalmente": è scontro aperto fra il ministro dell'interno Matteo Salvini e i sindaci di alcune città che hanno deciso di non applicare le misure del decreto sicurezza, in particolare riguardo le norme che negano la possibilità di concedere la residenza e l'iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo con permesso di soggiorno.
Capofila dei sindaci ribelli è il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando, che ha definito il provvedimento "disumano e criminogeno", lamentando la violazione di alcuni principi fondamentali della Costituzione.
Secondo Orlando la mancata iscrizione anagrafica dei cittadini con permesso di soggiorno renderebbe di fatto impossibile l'accesso a servizi fondamentali. In effetti i comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d'identità e erogare servizi come l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale o ai centri per l'impiego. "Siamo in presenza - ha detto Orlando- di una violazione dei diritti umani".
La posizione del primo cittadino di Palermo ha però provocato la reazione del ministro dell'interno che ha annunciato una sua imminente visita nel capoluogo siciliano: "Se qualche sindaco rimpiange quei bei tempi andati - ha detto - se ne faccia una ragione". I sindaci che non applicano la legge, ha aggiunto, "ne risponderanno personalmente, legalmente, civilmente, perché è una legge dello Stato che mette ordine e mette regole".
Orlando però non è l'unico a nutrire dubbi sulla costituzionalità del provvedimento: di questa opinione sono anche altri sindaci, come il primo cittadino i Napoli Luigi del Magistris, o il sindaco di Firenze, Dario Nardella, mentre quello di Parma Federico Pizzarrotti, pur d'accordo sulla necessità di ridiscutere il provvedimento, ricorda il dovere dei sindaci di applicare le leggi.
Il primo cittadino di Milano Beppe Sala non ha voluto commentare, ma alcuni membri della giunta di centro sinistra hanno solidarizzato con Orlando.
Diversa la posizione delle giunte di centro destra che invece applicheranno il decreto, entrato in vigore lo scorso 3 dicembre.

Alessandro Martegani

Foto: Reuters
Foto: Reuters