Una mostra fotografica, incontri di poesia, conferenze: è un vero e proprio percorso quello programmato quest'anno dall'Associazione delle Comunità Istriane di Trieste, che ha inaugurato, in vista della Giornata del Ricordo, la mostra "Italiani d'Istria: chi partì e chi rimase".

Le immaginin sono state scattate ed elaborate da Lucia Castelli, che nacque subito dopo l'esodo nel villaggio degli esuli di San Marco a Fossoli, nei pressi di Carpi.
Foto e didascalie raccontano le storie di chi visse a San Marco in quegli anni, confrontando le immagini con la situazione attuale del villaggio, ma anche di chi decise di rimanere: fra coloro che vissero nel villaggio c'era anche Giorgio Ledovini, che ha presentato la mostra. "Le immagini - spiega - raccontano in modo diverso l'esodo, con un mezzo diverso, con le foto: ritratti dei singoli accoppiati alle esperienze che ognuno ha avuto. Ne è venuto fuori un quadro abbastanza completo ma anche molto veritiero delle varie esperienze: da quelle più tristi, più dolorose, fino a esperienze meno forti ma non per questo meno importanti."

Ledovini, che ha vissuto nel villaggio nel corso dell'adolescenza, sottolinea come le immagini aiutino a comprendere meglio di come sia stata vissuta una situazione di difficoltà, di carattere sia politico sia economico. "In quel periodo ero un ragazzo, e quindi da guardavo al futuro come una speranza, dall'altra parte però quando ero in Istria vivevo anche una situazione sia familiare sia di paese piuttosto fredda, cupa. Quando frequentavo la prima liceo ogni giorno a Pirano arrivavano in piazza Tartini dei camion, che caricavano persone che andavano via; quando frequentavo l'anno successivo, vedevo che alcuni dei compagni di classe non c'erano più, e tutto questo creava un'atmosfera d'incertezza, di dubbio, di precarietà che a un certo punto spingeva il singolo, a evadere, a tirarsi fuori, a trovare un'altra soluzione".
"Noi - racconta - eravamo tre fratelli: l'ultimo, che aveva quattro anni meno di me, è stato obbligato andare alla scuola slovena, dal comitato Popolare di liberazione di Sicciole ci arrivano gli avvisi scritti in sloveno che noi non capivamo, e mio padre ha detto 'io questi ragazzi non li posso lasciare qua, devo dare loro l'opportunità, la possibilità di trovare qualcosa di meglio, di farsi una vita diversa', e quindi ha deciso di esodare".
"Ognuno - sottolinea - ha vissuto questa esperienza in modo diverso, e lo si può vedere leggendo questi pannelli e guardando le varie foto e le varie esperienze".
La mostra non è però che una delle iniziative previste dall'Associazione per la giornata del ricordo. "Quest'anno siamo partiti con la mostra, - ha detto Carmen Palazzolo, del comitato culturale dell'Associazione - e secondo me il valore di questa iniziativa consiste proprio nel fatto che Lucia Castelli ha preso in considerazione non solo quelli che sono partiti, ma anche quelli che sono rimasti, intervistando e fotografando persone di Pirano e dei paesi dei dintorni, che sono rimasti per motivi vari, così come per motivi vari altri hanno deciso di partire. Ci sono però anche altre iniziative, - aggiunge - conferenze e incontri. Oggi ad esempio vengono recitate poesie di Zara e del Litorale Adriatico, ma nel mese di febbraio cerchiamo di organizzare sempre una serie di eventi culturali, terminando possibilmente con un convegno inerente la storia del confine orientale d'Italia."


Alessandro Martegani


Foto: Radio Capodistria /martegani
Foto: Radio Capodistria /martegani