Attualmente sono gli Stati Uniti e la Cina, principalmente, a contendersi lo scenario economico mondiale, nel quale in parte rientra il Porto di Trieste, che rappresenta una via privilegiata per i cinesi per raggiungere l'Europa Orientale e quella Settentrionale. Dopo l'acquisizione da parte degli orientali del porto del Pireo, lo scalo giuliano è diventato di importanza strategica in particolare per l'area balcanica, in quanto l'area dal Pireo alla Serbia è priva di infrastrutture adeguate.
Il rapporto tra lo scalo marittimo di Trieste e la Cina negli ultimi giorni è stato messo in discussione da Giulio Camber, che con alcuni cartelli pubblicitari ha paventato la possibilità che proprio gli investitori cinesi comprassero lo scalo triestino; possibilità decisamente rigettata dal presidente Zeno D'Agostino, che ha presentato i risultati ottenuti negli ultimi quattro anni, dove proprio grazie all'espansione sui mercati internazionali, in particolare quello orientale, si sono potute assumere centinaia di persone.
É quindi primaria l'importanza geopolitica e geoeconomica del porto di Trieste, come ci ha spiegato Laris Gaiser: "il ruolo del porto di Trieste diventerà fondamentale appena i cinesi capiranno che è l'unico vero porto d'entrata per l'Europa centrale e per quella nordica, dopo che, sì hanno acquisito il Pireo, però dal Pireo a nord non si riescono a costruire infrastrutture serie, che peraltro sarebbero infrastrutture completamente antieconomiche, in quanto non farebbero ritornare l'investimento neanche in centinaia d'anni, vista la movimentazione merci che esiste in questo momento sulla regione balcanica che è minima in confronto al resto d'Europa. A Trieste conviene spendersi e presentarsi molto bene a Pechino come unica e vera porta di entrata seria verso l'Europa approfittando di questa posizione nuovamente geostrategica".
Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco