Continua il confronto sulle Foibe. La giornata del Ricordo quest'anno ha innescato una serie di iniziative e reazioni che hanno diviso politica e storici.

Nei giorni scorsi il presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, aveva dichiarato di aver invitato a un confronto lo storico Sandi Volk, che aveva fra l'altro partecipato a un convegno organizzato dall'Anpi di Parma, iniziativa accusata di revisionismo dalle organizzazioni degli esuli e dalla destra italiana.
Un invito che però sembra non essere mai arrivato a destinazione: "È la solita 'lacotata' - dice Volk -, io non sono stato mai contattato dal signor Lacota. So di questa iniziativa, che però è stata proposta solo a livello mediatico. Penso abbia mandato in giro dei comunicati stampa: io non ne so niente e sinceramente, visto quel comunicato stampa, devo dire che non ho niente da rispondergli".
Questo dibattito è salito nuovamente di tono negli ultimi tempi. Dov'è che si è guastato il confronto? Perché di nuovo si torna a discutere anche sui fatti e non solo sui giudizi di quella fase storica?
"Perché non è mai stato fatto in precedenza, perché il problema è la stessa legge che istituisce questo giorno del ricordo, col suo testo è veramente ambiguo e reticente, che non poteva portare che ai risultati odierni. Io - conclude - mi occupo soprattutto di quello che riguarda le persone alla cui memoria vengono dati i premi e i riconoscimenti ogni 10 febbraio, e quelle persone sono all'80 per cento appartenenti a formazioni armate ovvero al fascismo, gerarchi di vario livello. Il problema è lì, nella legge".

Alessandro Martegani

Tajani alla foiba di Basovizza Foto: Radio Capodistria/Fulvio Sabo
Tajani alla foiba di Basovizza Foto: Radio Capodistria/Fulvio Sabo