Con due giorni d’anticipo sul previsto, è partita anche la raccolta di firme a sostegno della mozione su Foibe ed Esodo.

Lo ha annunciato lo stesso presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, che nei giorni scorsi aveva sostenuto l’iniziativa del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, che aveva approvato, con la sola astensione del Pd, una mozione che chiede alla giunta regionale di escludere dai contributi tutti gli enti o i soggetti che riducano e neghino la tragedia delle Foibe e dell’Esodo.
“Come preannunciato nei giorni scorsi – scrive lo stesso Lacota - l'Unione degli Istriani promuove una raccolta di firme a sostegno della bontà della mozione contro il negazionismo e il riduzionismo delle Foibe e dell'Esodo giuliano-dalmata, approvata dal Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia”. Oggi è stata attivata una speciale casella di posta elettronica alla quale inviare il sostegno scritto ( mozione.negazionismo.fvg@unioneistriani.eu), mentre da lunedì 8 aprile si saranno disponibili dei moduli cartacei da firmare.

Lacota è poi tornato sulla vicenda che ha coinvolto soprattutto il “Vademecum sul Giorno del Ricordo” e l’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia, citato nella mozione come esempio di riduzionismo, innescando una serie di reazioni e due raccolte di firme a sostegno dell’Istituto, una giunta anche al Quirinale.

“Se tutto il problema sta nella premessa che riguarda l’IRSREC, - dice Lacota - allora è tanto più evidente che si tratta di un pretesto”. “L’attuazione spetta alla Giunta Regionale - ha aggiunto – ciò vuol dire che nell'attuare ciò che la mozione prevede, semplicemente non si terrà conto di quel passaggio che riguarda specificatamente l'IRSREC. Non vedo difficoltà.”

“La mozione n. 50/2019” – prosegue Lacota – “non impedisce a nessun negazionista di continuare ad esserlo, così come non si vieta a nessun riduzionista oppure giustificazionista di continuare a fare riduzionismo e giustificazionismo rispetto alla storia del Confine orientale. Si mette semplicemente (e doverosamente!) in chiaro - conclude - che tutte queste attività non potranno più essere fatte con i soldi pubblici dei cittadini della Regione Friuli Venezia Giulia”.

Alessandro Martegani

Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco