Nel periodo estivo le strade lungo la costa slovena sono una vera e propria Via Crucis per gli automobilisti che escono dall’ autostrada di Rabuiese-Scoffie, se vengono dall’ Italia, o dal traforo di Decani, se scendono dal continente, per andare verso il valico confinario di Dragogna o quello di Sicciole. Ma sono una Via Crucis soprattutto per chi ci abita.
Se, un qualsiasi giorno d’estate, azzardiamo una scampagnata lungo l’ autostrada che fiancheggia il porto e saliamo su per Monte di Capodistria- Šmarije, per ridiscendere in valle in una delle zone più attrattive dell’ entroterra istriano sloveno; o attraversiamo il tunnel di San Marco, che costeggia l’ ultimo lembo del mare Adriatico, fino a Sicciole, lungo Belvedere, sopra Portorose, e dentro l’ amena località di Santa Lucia, ci troviamo immersi in una situazione da girone dantesco.
Lo straniero, che si trova imbottigliato sopra Capodistria o sopra Isola, probabilmente pensa di trovarsi già su una corsia del valico di frontiera sloveno-croato, dove c’è ad attenderlo il Caronte di turno che deciderà se farlo passare, e non ancora all’ interno di una delle regioni più amene del paese, come ci piace pensare. Mentre chi ci vive, aimè, si sente recluso fra milioni di vacanzieri che gli transitano sotto il naso per andare da un’ altra parte, come una penitenza infinita, un contrappasso dantesco, appunto. E a nulla servono i ridicoli divieti di transito locale collocati in extremis per vietare ai turisti di deviare il passaggio, che comunque ci vanno e comunque in qualche modo devono passare. Sostanzialmente due sono i motivi per questa situazione grottesca: i controlli serrati al confine con la Croazia, paese europeo che non fa ancora parte dello spazio Schengen (sulla decisione di farla entrare pesa anche una minaccia di veto da parte della Slovenia), e la assoluta assenza di collegamenti autostradali con la ipsilon croata, o quanto meno fino al confine, per bypassare le zone densamente abitate.
Risolvere questi due problemi converrebbe, soprattutto alla Slovenia.

Aljoša Curavić