La statua dedicata a Gabriele D’Annunzio a Trieste verrà posata giovedì prossimo alle ore 12. Un giorno che coincide con il centesino anniversario dell'entrata del poeta e dei suoi legionari a Fiume. L’annuncio era stato fatto sabato scorso a Gardone dal presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri, ed era già stata anticipata dalla nostra emittente. Ora la conferma arriva anche dall’Ufficio del Sindaco di Trieste Roberto Di Piazza.

L’assessore alla cultura Giorgio Rossi spiega che la data è stata scelta perché si vuole celebrare D’Annunzio in una doppia veste, quella di insigne letterato, che ha segnato il suo tempo e poi “per quello che è stato un atto significativo, rimasto nella storia, cioè quello di essere arrivato a Fiume, ma soprattutto di avere costituito la Carta del Carnaro”. Per Rossi si tratta di un vero e proprio documento avveniristico: “Bisogna pensare che in un momento in cui pochi anni dopo arrivò il fascismo e poi il nazismo ed in piena epoca comunista la Carta del Carnaro fu un atto illuminante che prospettava una civiltà del futuro, che prevedeva l’eguaglianza delle donne, delle religioni e quant’altro. Una idea rivoluzionaria, che però non tagliava le teste, come quelle che si sono sviluppate dopo, ma fu una rivoluzione del pensiero e della cultura. Non si può pensare oggi che la figura di D’Annunzio sia ancora contestata. Essa si distingue per quello che ha rappresentato in termini di libertà di pensiero”.

Non si celebra quindi solo il letterato, ma anche l’uomo d’azione che arrivò a Fiume?

“Beh, certo. Siamo in contesti storici complicati e particolari in cui evidentemente tutti quelli che si muovevano potevano essere messi in discussione, però, oggi noi dobbiamo guardare a D’Annunzio come a qualcuno che all’epoca fu un personaggio importante nella vita dell’Italia e di tutto il mondo. Lui e Marconi erano le figure più rappresentative del nostro Paese. In questo contesto che va valorizzato e celebrato. Parliamoci chiaro, la statua che lo rappresenta lo raffigura seduto su una panchina in mezzo ai libri, mentre riflette, mentre pensa. Non è certo un atteggiamento che può essere messo in discussione”.

Lei non teme le polemiche. Ce ne sono state quando è stata annunciata l’idea di fare la statua, la data della posa, che coincide con l’entrata di D’Annunzio a Fiume ne farà nascere altre?

“Il mondo è pieno di polemiche e proteste, fa parte della democrazia. Non tutti devono essere d’accordo, ma non si può mettere in discussione la figura di D’Annunzio. Evidentemente chi lo fa non ha letto bene, non conosce la storia, non ha avuto la capacità di discernere nella vita di D’annunzio quelli che son stati momenti discutibili da quello che nel suo insieme è la figura di un uomo liberale e prospettato sul futuro. La Carta del Carnaro va a discutere di temi che sono ancora irrisolti: la parità uomo - donna, la libertà di pensiero e via dicendo. Tutto possiamo pensare, ma non che D’Annunzio non sia stato un precursore di quello che dovrebbe essere un mondo migliore, una civiltà migliore, una democrazia migliore, di quelle che oggi ci sono in giro”.

I detrattori di D’Annunzio dicono che sia sì un precursore ma del fascismo.

“Il professor Giordano Bruno Guerri lo dipinge come qualcuno che non ha a che fare con quanto accaduto dopo e con l’avvento di Mussolini. D’Annunzio non era un fascista. È vero che il fascismo replicò alcuni atteggiamenti, che sono anche propri di quell’epoca, di D’Annunzio e dei suoi compagni che sono andati a Fiume, ma non fu certamente un precursore del fascismo, visto che non era fascista”.

Proprio queste però, vista anche la scelta della data, saranno le polemiche che nasceranno.

“Non so che dire. Il monumento fa parte di un trittico di statue che saranno collocate anche in altri luoghi, tra cui il Vittoriale”.

Stefano Lusa

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria