Centinaia di persone, nonostante condizioni di tempo inclementi, hanno preso parte alla commemorazione dei caduti della battaglia di Cucibreg. La zona attorno a questo piccolo borgo dell'Alto Buiese fu teatro di una battaglia che provocò 120 vittime tra il 3 e il 5 novembre del 1944. Una serie di scontri a fuoco si consumò tra le formazioni partigiane composte da croati, sloveni e italiani, e reparti dell'esercito nazista. Per i croati era schierata sul campo la Seconda Brigata istriana della 43.esima divisione. Gli sloveni facevano parte di alcune unità dell'entroterra capodistriano, mentre i partigiani italiani, quasi tutti di Muggia, erano inquadrati nel battaglione "Alma Vivoda". Gran parte dei caduti partigiani di quegli scontri, riposano oggi in una fossa comune, mentre i prigionieri vennero deportati nei campi di sterminio nazista, dai quali solo pochissimi ritornarono. Ogni prima domenica di novembre queste vittime vengono commemorate di fronte al monumento trilingue che le ricorda. Oratore solenne dell'edizione 2019 l'ex presidente della Repubblica di Slovenia Milan Kučan. "Un vero umanista che lotta per la libertà, non la vuole solo per se stesso ma anche per gli altri". “In quei giorni di 75 anni fa la parola libertà è stata pronunciata da ognuno nella propria lingua, croata, slovena e italiana - ha detto Kučan - ma il senso era il medesimo”. Oggi come allora, ha continuato l'ex capo di stato "gli europei dovrebbero dire no ai muri e ai populismi, per sostenere invece la costruzione di ponti". Alla luce della collaborazione avvenuta tra i diversi popoli istriani durante la guerra, Kučan si chiede come mai Slovenia e Croazia non riescano a risolvere i loro problemi bilaterali in tempo di pace e si augura, ad esempio, che si arrivi finalmente ad un'intesa sull'annoso contenzioso confinario.

Alberto Cernaz

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria