L'ultima proposta messa a punto dal gruppo allargato di esperti, sotto la guida di Boštjan Brezovnik, per la regionalizzazione della Slovenia, prevede l'istituzione di 11 provincie con uno status speciale per i comuni città di Lubiana e Maribor.
L'idea di creare le province, vecchia di anni, si è rafforzata negli ultimi mesi. Il coordinamento delle attività è stato assunto dal presidente del consiglio di stato, Alojz Kovšca. Le province dovrebbero essere operative dal 2023, anche se parzialmente, per diventare effettive entro il 2030. Tra le province figurerebbero quella comprendenti il goriziano e il Litorale con la Carniola interna-Notranjska. In base alle esperienze passate il compito di trovare un ampio consenso risulta arduo, ma la Slovenia necessita di politiche decentralizzanti. Sono passati dieci anni dal primo tentativo fallito di regionalizzazione, ha detto Pahor chiedendo ai presenti se in questo momento ce la volontà politica per questo passo. Ci troviamo ad un punto nel quale bisogna decidere se andare avanti oppure proseguire con ulteriori consultazioni. Il Presidente del Consiglio di Stato, Aleš Kovšca, ha detto che la regionalizzazione, decentralizzazione e de burocratizzazione sono temi che coinvolgono tutti, non solo la sfera politica ma anche i cittadini e molti imprenditori. Per attuare delle modifiche ci vuole però del coraggio politico ha spiegato Kovšca, l’obiettivo è quello di aumentare il livello della democrazia partecipativa, si tratta di un procedimento inclusivo, ha spiegato il Presidente del Consiglio di Stato. Boštjan Brezovnik ha detto che con le modifiche costituzionali entrate in vigore nel 2006 la regionalizzazione viene intesa come un procedimento teso alla nascita di nuove entità politiche e amministrative
Zmago Jelinčič del partito nazionale particolarmente critico ha definito la proposta artificiosa e forzata che non rispetta i fatti storici. Jelinčič propone le quattro regioni storiche più la quinta a statuto speciale rappresentata dalla capitale Lubiana. Aleksander Jevšek, sindaco di Murska Sobota ribadendo che la necessità è arrivata dal basso verso l’alto. Siamo di fronte da anni ormai ad un’eccessiva centralizzazione dice smepre Jevšek. Franc Trček del partito Sinistra si è invece detto scettico sull’aspetto che riguarda il finanziamento dei comuni città ad eccezione della capitale. Matej Tonin di Nuova Slovenia ha detto che è difficile trovare un consenso sul numero delle province. Queste dovrebbero sicuramente mantenere la loro identità, linguistica e dialettale, dice Tonin. Igor Zorčič dell’SMC ha richiesto invece una presa di posizione da parte del governo, il quale fino a questo momento non si è ancora fatto sentire sul tema. Zvone Černač, del partito Democratico sostiene che questo processo ha l’obiettivo di ridurre l’apparato burocratico e non viceversa. Il governo approva questo processo, dice Rudi Medved, Ministro dell’Amministrazione pubblica, precisando che non è intenzione dell’esecutivo imporre un’ulteriore proposta a quelle già sul tavolo. Senza delle prerogative ben definite a priori sarà molto difficile definire il numero delle province.

Dionizij Botter

Foto: MMC RTV SLO
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