“Terroristi, né vittime, né martiri": così vengono definiti dal movimento di estrema destra Casapound i cinque antifascisti, quattro sloveni e un italiano, fucilati nel 1941 sulla base di una sentenza emessa da un Tribunale speciale fascista.
La fucilazione avvenne nell’ex poligono di tiro di Opicina, nel pressi di Trieste, area recentemente data in gestione all’Associazione nazionale partigiani e trasformata in un parco, dove una lapide ricorda i 5 caduti.
L’assegnazione all’Anpi era già stata criticata da Casapound, che ora ha deciso di manifestare il proprio pensiero anche tramite dei manifesti, scoperti dalla polizia di Trieste nel corso di un controllo effettuato alla vigilia della cerimonia di commemorazione.
Nel testo si ricordano le accuse mosse ai 5 fucilati dal tribunale speciale fascista, definendoli "terroristi, né vittime, né martiri".
In una nota Francesco Clun, responsabile provinciale di Casapound Italia ha definito “giusta e legittima la decisione che fu presa nel 1941 dal Tribunale Speciale”. “Non è tollerabile – ha aggiunto - che si continui a ricordare come un martire della libertà o un eroe d’altri tempi chi, in realtà, collaborava, o faceva parte, di organizzazioni terroristiche come il TIGR, Organizzazione Rivoluzionaria della Venezia Giulia, le cui insegne ogni anno - ha detto Clun - fanno la loro bella comparsa a Opicina”.
“L’unica cosa di cui non aveva bisogno questa città - ha aggiunto -. È un’altra meta di pellegrinaggio per i nostalgici titini gli e anti-italiani”.
Immediata la reazione delle organizzazioni antifasciste: la senatrice del Pd Tatjana Rojc ha affermato che “i neofascisti di CasaPound vogliono riportarci indietro agli anni bui dell’odio. È una provocazione che non accettiamo – ha aggiunto - in primo luogo perché la nostra Costituzione si fonda sui valori della Resistenza, nata dall’antifascismo e non bisogna cadere nelle basse speculazioni di chi vorrebbe che continuiamo a fissare le tragedie del confine orientale, quasi fossimo ibernati nelle contrapposizioni ideologiche del 900”.
Nel pomeriggio alla cerimonia di commemorazione all’ex poligono di Opicina, di fronte più di 400 persone, l’iniziativa di Casapound è stata condannata sia dai vertici dell'Anpi, sia dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. L'Anpi ha anche preannunciato "un'azione legale contro CasaPound”, e la preparazione di un dossier sul movimento, che per l’Associazione sarebbe responsabile di apologia di fascismo.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO