Il valore della verità va perseguito da ogni politico come da ogni mezzo di informazione. Ne è convinto il presidente di Nuova Slovenia, il ministro della difesa e vicepremier Matej Tonin, che interviene nella polemica a distanza sulla nota del premier Janša e la guerra con i media. Un giornalismo obiettivo e imparziale costruisce la demograzia, uno schierato e di parte ne impedisce lo sviluppo, scrive Tonin su Twitter. Per Janša in Slovenia non esiste un giornalismo neutrale e obiettivo, ma un residuo dell' ex regime comunista, che il monopolio dei mezzi di informazione è un segnale d'allarme della minaccia di totalitarismo.

Il SMC (partito del centro moderno) partner della coalizione di maggioranza ha preso le distanze dalle affermazioni di Janša, lo ha fatto anche il Desus, e si è distanziato pure dai contenuti della lettera di accompagnamento del ministro degli esteri Logar alla relazione interministeriale sullo stato di diritto in Slovenia e inviata alla Commissione di Bruxelles.

La capogruppo del SMC alla Camera di Stato Janja Sluga ha dichiarato che le osservazioni del capo diplomazia, che ha duramente criticato l'operato dei tribunali e dei giudici, minano la reputazione della giustizia slovena e danneggiano la reputazione di tutto il paese. Il documento del ministero della giustizia, stilato in collaborazione con altri due dicasteri, secondo la Sluga darà delle buone indicazioni alla Commissione europea che sta preparando una relazione sul rispetto dello stato di diritto nei paesi membri.

Gli eurodeputati della Lista Šarec, Ivana Joveva e Klemen Grošelj, in una lettera indirizzata ai commissari europei Giustizia e Valore e trasparenza, hanno evidenziato che quelle di Logar sono affermazioni fuorvianti e espressione del partito democratico di Janša. Duri nei confornti di Logar anche i socialdemocratici, tra cui l'eurodeputata Tanja Fajon e l'ex ministra della giustizia Andreja Katič, hanno parlato di vergogna per la Slovenia. (ld)

Foto: BoBo
Foto: BoBo