Con uno scontro senza precedenti fra i governatori delle regioni e il governo, ma alla fine la fase 2 sta per diventare realtà.
Sono 800 mila le attività commerciali, chiuse dal 26 aprile scorso, che potranno alzare le saracinesche in Italia. Fra queste più di 240 mila negozi e 280 mila ristoranti e bar.
Riaprono anche attività come i musei, non ci sarà più alcuna limitazione per gli spostamenti all’interno della regione e quindi non sarà necessaria l’autocertificazione. Dal 25 maggio, riapriranno poi palestre e centri sportivi. Dal 15 giugno i teatri e i cinema. Riaprono subito invece le chiese, con la possibilità di celebrare funzioni religiose. Fino al 2 giugno restano invece limitati gli spostamenti tra regioni e quelli da e per l'estero.
Tutte le nuove attività però dovranno svolgersi nel rispetto delle norme di sicurezza e con tutte le precauzioni, per evitare una ripresa dei contagi.
Non manca fra i commercianti anche chi ha deciso di posticipare la riapertura, e attendere ancora qualche giorno: secondo le stime quattro esercizi su dieci potrebbero non riprendere, alcuni per il timore del virus, altri per motivi economici.
La ripartenza totale ha però causato uno scontro fra il governo e le regioni, in particolare per la mancanza di protocolli precisi all’interno del nuovo decreto del governo, accusato di aver scaricato sulle regioni la responsabilità dei provvedimenti. La trattativa nella notte ha prodotto un nuovo accordo, ma c’è chi non intende allinearsi, come il governatore della Campania Vincenzo De Luca, da sempre contrario alla riapertura in questa fase, che non ha firmato l’accordo e potrebbe non permettere gli spostamenti extra regione dal 3 giugno.
All’interno dell’autonomia prevista dal decreto anche altre regioni si stanno differenziando: il Piemonte non riaprirà per ora bar e ristoranti, in Sardegna si pensa a un passaporto sanitario per i turisti, in Lombardia sarà obbligatorio rilevare la temperatura all’ingresso dei ristoranti, in altre regioni, come Veneto e Friuli Venezia Giulia, la mascherina va indossata sempre, anche per strada.

Alessandro Martegani

Foto: Reuters
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