Foto: Martegani
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Tutti alla ricerca dell’anti Dipiazza: sembra essere questo il motore delle manovre di posizionamento e dialogo che stanno contraddistinguendo le forze politiche a Trieste, città che, Covid permettendo, dovrebbe votare il prossimo maggio per il rinnovo della giunta comunale ed eleggere un nuovo sindaco.
L’uomo da battere rimane sempre Roberto Dipiazza: il sindaco aveva confermato la sua intenzione di correre per quello che sarebbe il suo quarto mandato alla guida della città con ampio anticipo, mettendo gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia di fronte al fatto compiuto, non senza qualche recriminazione nel centro destra. Il consenso del primo cittadino però non sembra in discussione e la ricandidatura ha ottenuto il via libera dalle segreterie nazionali di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
In questi giorni si era fatta largo l’ipotesi di una discesa in campo dell’assessore regionale Alessia Rosolen, forte di una stima e considerazione bipartisan, con una lunga carriera politica nella destra, attualmente l’unico nome spendibile per una candidatura nel centro destra al posto di Dipiazza, ma che ha smentito le ipotesi di coinvolgimento nelle elezioni comunali.
Discorso ben diverso per gli sfidanti a sinistra, dove le cose sono molto più complesse: l’unico nome che al momento si vede all’orizzonte è quello del vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente del Pd Francesco Russo, che ha lanciato il progetto “Punto Franco”, con un programma che si basa soprattutto sul porto e sulle istituzioni scientifiche e culturali della città, e un manifesto sottoscritto da esponenti della politica e del mondo scientifico e culturale. Russo non ha ancora sciolto la riserva sulla candidatura, già appoggiata dal Pd, che si sarebbe lasciato alle spalle le divisioni delle scorse elezioni, e di Italia Viva. Su Russo potrebbero convergere anche altri movimenti che si stanno sviluppando in città nell’area progressista.
“Trieste2030” ad esempio, un think tank d’ispirazione liberale lanciato dall’avvocato triestino ed ex Consigliere e assessore regionale socialista Gianfranco Carbone, si propone per ora come una piattaforma di confronto, ma non è esclusa una partecipazione alle elezioni, o in appoggio a Russo, o con un candidato autonomo, per poi magari convergere sull’avversario di Dipiazza.
Sotto la lente anche altri movimenti a sinistra, come Open Fvg e Rifondazione Comunista, ma soprattutto Adesso Trieste, soggetto lanciato alla fine del 2020, composto perlopiù da giovani, che ha ricevuto un endorsement dallo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, ma che per ora si propone in contrapposizione sia al centro destra sia al Pd.
Un'altra incognita è il movimento “Regione Futura”, guidato dal politico di lungo corso Roberto De Gioia e dal creatore della “Bavisela” ed ex assessore comunale Franco Bandelli, ispirato da una delle colonne della politica regionale, Ferruccio Saro.
Buio per ora sulle intenzioni dei 5 Stelle: data per scontata la contrapposizione a Dipiazza, al momento i grillini giuliani non sembrano disposti a replicare fin dal primo turno l’alleanza stretta a livello nazionale con il Pd, che peraltro in altre elezioni locali in Italia non ha dato sempre buoni risultati. Più probabile un candidato di bandiera per poi appoggiare lo sfidante del sindaco uscente.

Alessandro Martegani