“I rappresentanti del Comune di Lubiana, a una settimana di distanza, non hanno mostrato alcun documento ufficiale che giustifichi quanto accaduto” spiegano dalla comunità autonoma Rog, i quali hanno dedotto che le autorità comunali hanno agito illegalmente e arbitrariamente. Gli attivisti puntando il dito contro il sindaco Zoran Jankovič sostengono che il tribunale circondariale di Lubiana non ha mai emesso alcuna sentenza di sfratto rivolta agli utenti dell’ex fabbrica. “Il tribunale non avrebbe mai deciso di sfrattare tutti fruitori degli spazi e di conseguenza le autorità municipali hanno deciso di intervenire illegalmente, sostengono i rappresentanti della comunità. Con 7 mila metri quadrati, nel cuore di Lubiana l'ex fabbrica d biciclette Rog, operativa dal 1953 e fino al 1991, era diventata dal 2006 un centro di ritrovo per i svantaggiati, artisti, anarchici ed esponenti della cultura alternativa. Il centro sociale Rog era stato occupato dall’organizzazione giovanile, MAO e di altre comunità autonome si era dotato di gallerie multiple, studi artistici e due skatepark.
Il Comune di Lubiana, che è anche proprietario dell'intera area, ha ottenuto il via libera per riqualificare la zona, le operazioni di sgombero iniziate la scorsa settimana hanno richiesto l’intervento della polizia e della security, ci sono stati momenti di tensione tra gli abitanti del Rog e le forze dell’orine ai quali è seguita la protesta di circa 500 dimostranti che si sono dati appuntamento dinanzi al comune di Lubiana per protestare contro la decisone presa dal sindaco Jankovič. Intanto la municipalità informa che entro un mese verrà emesso il bando per i lavori di ristrutturazione. Il nuovo Centro Rog verrà ultimato nel giro di due anni. Intanto il Comune fa sapere che sono stati raccolte fino ad ora 42,9 tonnellate di rifiuti, ma ve en sarebbero presenti ancora tre volte tanto; mentre gli oggetti abbandonati si trovano in questo momento nell’apposito punto di raccolta in attesa dei legittimi proprietari, s tratta di oltre 300 biciclette, elettrodomestici e altro.

Dionizij Botter

Foto: Mestni muzej Ljubljana
Foto: Mestni muzej Ljubljana