Igor Gabrovec e Tatjana Rojc
Igor Gabrovec e Tatjana Rojc

A pochi giorni dalla nuova stretta di Lubiana sul passaggio dei confini, con la chiusura dei valichi minori e controlli in ingresso e in uscita negli altri, non cessano le reazioni a parte dei rappresentanti della comunità slovena in Italia e delle categorie che attraversano il confine per lavoro o necessità.
L’ultima in ordine di tempo è quella del consigliere regionale dell’Unione Slovena Igor Gabrovec, che ha puntato il dito, oltre che sulle restrizioni decise dalla Slovenia, anche sulle recenti disposizioni di Roma sui viaggi in Unione europea. “Dopo la decisione nei giorni scorsi del Governo sloveno di adottare nuove restrizioni al traffico transfrontaliero, - dice Gabrovec - che ha portato alla chiusura dei valichi minori con conseguenti grossi disagi soprattutto alle migliaia di lavoratori e studenti che attraversano quotidianamente il confine italo-sloveno, è ora la volta del Governo italiano, che introduce nuove e pesanti restrizioni a quanti rientrano in Italia anche da Paesi Ue, Slovenia compresa, vale a dire tampone in ingresso e quarantena di cinque giorni”.
“Entrambi i Governi - aggiunge il consigliere dell’Unione Slovena - dimostrano di conoscere poco le condizioni e le esigenze di chi vive ai confini. Sembra proprio che Lubiana sia lontana da Sežana e Capodistria quanto lo sono Trieste e Gorizia da Roma. È forte la sensazione di assistere a provvedimenti alquanto affrettati e decisi senza sentire, e men che meno coinvolgere, Regioni e sindaci a ridosso del confine”.
Gabrovec ha quindi rivolto un appello “chiaro e deciso, senza alcun intendimento polemico, a entrambi i Governi affinché coordinino meglio il regime degli spostamenti transfrontalieri, altrimenti - conclude - affronteremo soltanto caos a singhiozzo e disagi per tutti, con forti ripercussioni anche a medio-lungo termine sui rapporti e sugli equilibri sociali ed economici di tanti cittadini, famiglie e imprese”.
Contro la chiusura dei valichi si era espressa anche la senatrice del Pd Tatjana Rojc, che aveva contattato la rappresentanza diplomatica della Repubblica di Slovenia in Italia, per rappresentare “grave disagio” per la decisione delle autorità di Lubiana di disporre sbarramenti anche sui valichi secondari per impedire l'accesso dall'Italia alla Slovenia. “Deve tornare a essere consentito il transito dei transfrontalieri sul confine tra Italia e Slovenia – ha detto la senatrice Rojc - e soprattutto devono essere riaperti i valichi minori”.
Questa nuova iniziativa del governo di Lubiana – ha aggiunto - è stata presa senza pensare alle conseguenze su territori e popolazioni che vivono ormai in osmosi, non solo ci sono contraccolpi sui lavoratori ma anche sulla vita quotidiana di famiglie che hanno interessi e usufruiscono di servizi da entrambe le parti del confine. Ferme restando le limitazioni già previste, non si è considerato che è impensabile tornare a ‘blindare’ Gorizia e Nova Gorica o i sentieri carsici. Inoltre – conclude - è stato già rilevato anche statisticamente che i transfrontalieri non sono portatori del virus”.