Foto: Quirinale
Foto: Quirinale

Con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma da parte di Sergio Mattarella, dei presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberi Casellati, e del premier Mario Draghi, sono iniziate le celebrazioni della giornata della Liberazione in Italia, che ricorda il 25 aprile del 1945, quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, prendendo tutte le principali città ancora occupate.
Anche quest’anno però è stato un 25 aprile senza i tradizionali cortei e manifestazioni di massa, a causa della pandemia, ma le amministrazioni hanno preparato dei programmi con presenze ristrette e trasmissione on line delle cerimonie. L’Associazione nazionale Partigiani ha organizzato due iniziative nazionali, invitando “le cittadine e i cittadini a deporre un fiore nel pomeriggio sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate ad antifascisti e partigiani”, e avviando una “staffetta della Liberazione” con una diretta sulla pagina Facebook dell'ANPI.
A Casa Cervi, a Gattatico nella pianura reggiana, casa dei sette fratelli fucilati dai fascisti nel 1943, uno dei luoghi dal più alto valore simbolico della Resistenza Italiana, è stata organizzata una lunga diretta streaming con un messaggio da parte del Premier Mario Draghi.

Foto: Quirinale
Foto: Quirinale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la cerimonia all’Altare della Patria, ha celebrato il 76 esimo anniversario della Liberazione al Quirinale, e ha inviato un messaggio al paese, sottolineando come “Ora più che mai sia necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile”. "Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana, - ha aggiunto - furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese.
Manifestazioni sono state organizzate un po’ in tutto il paese: anche a Trieste si è svolta, senza pubblico, la cerimonia alla Risiera di San Sabba, dove sono tornati anche gli esponenti dell’Anpi dopo un lungo periodo di assenza dagli interventi e nell’ultimo anno anche di contrasti con l’amministrazione comunale.

Roberto Dipiazza
Roberto Dipiazza

Nel suo discorso, tradotto anche in lingua slovena, il sindaco Roberto Dipiazza ha sottolineato come questa giornata debba ricordare come “non esitano giustificazioni per la violenza e la barbarie fascista”, e come il 25 aprile sia una giornata di tutta la città e tutto il paese. “È con grande piacere, soprattutto in questo momento complesso e difficile, e in continuazione con percorso di pacificazione che sto portando avanti nel rispetto delle differenze e nel riconoscimento delle reciproche sofferenze, che ho voluto allargare il programma di interventi anche al rappresentante dell'Associazione dei Partigiani e Deportati: la festa della Liberazione – ha aggiunto - non è la bandiera di una fazione, ma un simbolo, perché patrimonio della nazione tutta​”.

Fabio Vallon
Fabio Vallon

Per l’ANPI ha parlato presidente di Trieste Fabio Vallon, sottolineando come il 25 aprile si celebri soprattutto la liberazione del paese dal giogo nazista e fascista: “Uomini e donne di idee politiche e religiose diverse – ha detto - contribuirono a creare con le loro lotte e con il loro sacrificio quell'insieme di valori etici fondanti il nostro paese, la nostra repubblica democratica, e la nostra Costituzione, figlie della lotta di liberazione. La pace, l'uguaglianza, la giustizia sociale, la solidarietà, il diritto al lavoro – ha però aggiunto -, sono valori che oggi sono rimessi discussione da chi, di fronte alla crisi sanitaria, politica, sociale ed economica, causata dalla pandemia, vuole riproporre, cavalcando la crisi e lo smarrimento collettivo che si è creato, colpevoli esterni, untori, nemici a cui addossare tutte le colpe, Sono nuove forme di discriminazione, d’incitamento all'odio, di esclusione, di nuova violenza politica – ha concluso - : per questo è necessario ricordare oggi la Resistenza, i partigiani e l'antifascismo come valori centrali del nostro agire, come radici non solo della nostra Repubblica, ma di tutta l'Europa, per poter uscire finalmente dalla crisi”.
Tornando alla giornata a livello nazionale, c’è da segnalare che la vigilia era stata segnata da episodi matrice neofascista con svastiche, scritte fasciste e croci celtiche apparse sui muri di Marsala, nell'avellinese e a Genova.

Alessandro Martegani