Qualche anno fa ci dicevamo, un po’ per scherzo un po’ sperando che lo scherzo si avveri, che sarebbe bello che tutta l’ area compresa fra Trieste e Pirano diventasse un’ unica area metropolitana. Be’, non è successo, non è andata così, non ancora. Il covid ci ha messo lo zampino, allontanandoci da Trieste con un confine assurdo.

Foto: Radio Capodistria
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Per chi vive a Capodistria, come me, c’è la strada costiera che ti porta a Isola. Fino a un po’ di tempo fa era la strada principale di collegamento fra le cittadine della costa slovena, immortalata in qualche film. Ora, dopo la costruzione del traforo di San Marco, che collega Capodistria a Isola, è una strada parzialmente ciclabile e parzialmente pedonabile. Piacevole da fare, in primavera e autunno. Un po’ meno d’inverno, per l’ umidità, e d’estate, per la calura. A metà strada circa, più o meno all’ altezza di una curva che una volta chiamavano delle carrozze, già nel comune di Isola, alcuni cartelloni ti ricordano che in quel punto venne affondato il Rex, il mitico transatlantico italiano varato nel trenta del secolo scorso. C’è un filmato d’epoca, in bianco e nero e triste, che mostra tutta l’ operazione dell’ affondamento. Del relitto, nei fondali bassi non è rimasto praticamente niente. L’ hanno spolpato come squali, disossato come il grande pesce de Il vecchio e il mare.

Foto: Radio Capodistria
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Da quel punto della strada, al tramonto vedi il sole spegnersi come un cerino e il fragile e sfuggente skyline di Isola mi ricorda gli acquarelli di Tiepolo che una volta vidi al Civico Museo Sartorio di Trieste, gelosamente custoditi. Forse troppo gelosamente. La storia di questi disegni è rocambolesca. Trovati proprio ad Isola, vennero acquistati dal barone Giuseppe Sartorio.

Foto: Radio Capodistria
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A proposito del Rex, il transatlantico dei record. C’è da dire che transitò solo due volte nell’ Adriatico. Una volta per finta, nel film di Fellini, Amarcord, e una volta per davvero, per venire affondato dagli inglesi. Alberto Moravia ci fece un viaggio, negli anni trenta, per fuggire dai fascisti, dopo la pubblicazione dei romanzi d’esordio, Gli indifferenti e Le ambizioni sbagliate. Lo racconta lui stesso: “ Allora , mi imbarcai per l’ America, su una nave chiamata Rex. Non avevo un soldo. La nave era vuota poiché a Ginevra era stata condannata la politica italiana e adottate alcune sanzioni. Tutti credevano che la nave sarebbe stata bloccata dalla flotta britannica. Ero solo, in una cabina a quattro letti!”