Camporosso (Foto: Johann Jaritz / Wiki (CC))
Camporosso (Foto: Johann Jaritz / Wiki (CC))

Si muove anche la politica sul caso della chiesa di Camporosso, nella Val Canale, dove il nuovo vicario parrocchiale aveva di fatto proibito la preghiera e i canti in lingua slovena.
I fedeli avevano trovato disposti sui banchi dei fogli con alcune indicazioni per la preghiera, fra queste anche la considerazione che i canti dovevano essere eseguiti in una lingua “comprensibile a tutti”, espressione che sembrava di fatto escludere la lingua slovena.
Si tratta di una decisione che sovverte una prassi consolidata nelle funzioni religiose della zona: la tradizione corale slovena della parrocchia ha 130 anni, e nell’area c’è sempre stato un plurilinguismo. Fra l’altro il sacerdote non è nuovo a queste iniziative: nelle scorse settimane aveva fatto togliere il canto e il Padre Nostro in sloveno da alcune celebrazioni, e in precedenza aveva abolito lo sloveno dal Rosario e dalla Via Crucis.
Le reazioni non si sono fatte attendere, fra gli abitanti, che lamentano fra l’altro la violazione della legge sulla tutela della minoranza slovena in Italia. e anche a livello politico.
La senatrice Tatjana Rojc, esponete della comunità slovena in Italia, ha scritto al Vescovo di Udine Mons. Andrea Bruno Mazzocato, chiedendogli” d’intervenire per riportare pace e dialogo in una comunità turbata”.
“La decisione del nuovo vicario parrocchiale di Camporosso, che domenica ha fatto trovare ai fedeli in chiesa un foglietto dal titolo «Le 10 regole d’oro di chi canta o suona a Messa», - dice la senatrice del Pd - imponendo i canti esclusivamente in lingua italiana durante le funzioni liturgiche, ha generato sconcerto e scoramento” in una comunità in cui “finora i sacerdoti hanno sempre rispettato” la ricchezza linguistica della zona.
La senatrice ha chiesto quindi al Vescovo di porre “personalmente attenzione a quanto accade in questa località”.

Alessandro Martegani