I manifesti, ora in gran parte strappati, sono stati notati nel corso della mattina sul basamento del monumento della Foiba di Basovizza.
Un classico volantino, formato A4, con poche parole: un insulto all’Italia, proprio nel giorno della festa della Repubblica, e sotto la frase "Trieste è Territorio Libero di Trieste", il tutto in una lingua che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere sloveno, ma che a un’analisi nemmeno troppo approfondita rivela che chi ha creato il manifesto aveva ben poca dimestichezza con la lingua, e a dire la verità anche con un semplice programma di traduzione, che avrebbe sicuramente fatto un lavoro migliore. Una frase troppo sbagliata, insomma, per esser stata scritta da una persona che conosce, anche in maniera non perfetta, la lingua slovena.
Una circostanza che è stata subito sottolineata nei commenti che si sono immediatamente moltiplicati on line, e che farebbe pensare più a qualche movimento indipendentista, o a un tentativo di alimentare nuovamente la tensione, piuttosto che a qualcosa che ha a che fare con lo scontro etnico.
Sia come sia, si tratta di un atto molto grave, politicamente, perché attacca in modo volgare l’unità d’Italia proprio nella giornata che ricorda la nascita della Repubblica e dopo una serie di atti che invece avevano dimostrato l’ormai profondo dialogo e i buoni rapporti fra le comunità italiana e slovena sul territorio, ma anche dal punto di vista giuridico, perché si tratta di un insulto alla nazione, peraltro perpetrato danneggiando un monumento nazionale e luogo di culto.

Indagini sono in corso ma il caso non si fermerà agli ambiti giudiziari, perché le reazioni politiche si stanno moltiplicando, a partire dalla nota firmata dalla deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia Sandra Savino e dal capogruppo azzurro al consiglio comunale di Trieste Alberto Polacco, che hanno addirittura chiesto l’intervento del ministro degli esteri italiano perché chieda conto alla Slovenia dell’accaduto. I due esponenti di Forza Italia definiscono gli autori “Infami anonimi, la cui sola firma – hanno aggiunto - è la lingua con cui sono scritti i manifesti". "Un gesto che non può essere derubricato a stupida goliardata anti-italiana, ma rientra a pieno titolo in un revanscismo fuori dalla storia”.
Ancor più dura la reazione di Fratelli d’Italia che parla di “guerrieri ‘coraggiosi’ che non sanno fare altro che offendere di notte i nostri martiri”: “ci auguriamo – aggiunge il partito di Giorgia Meloni - che le immagini delle telecamere abbiano ripreso i responsabili e che la giustizia li punisca in modo esemplare”.
Anche l’europarlamentare e coordinatore regionale della Lega Marco Dreosto si è augurato che “le forze dell’ordine li riescano a trovare e facciano pulire la Foiba di Basovizza per insegnar loro anche un poco di educazione civica e di storia di cui chiaramente non sono a conoscenza”.
Per Giorgio Cecco di Progetto Fvg, il testo “non si può considerare qualcosa di politico, ma un gesto vergognoso e mancanza di rispetto per tutti i martiri, a prescindere dall’appartenenza”. “Un’offesa inutile e vile ad un monumento nazionale” e “un ennesimo tentativo per alimentare divisioni”.

Alessandro Martegani