Foto: Reuters
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Una cerimonia sobria ma con giochi di luce spettacolari ha chiuso la XXXII esima edizione delle Olimpiadi, ospitata da Tokyo, con Marcell Jacobs, trionfatore nei 100m maschili come portabandiera italiano e Janja Garnbret campionessa di arrampicata per la Slovenia a portare la bandiera del proprio Paese.

Evento che come noto ha subito il posticipo di un anno a causa della pandemia da coronavirus e che, insolitamente, tra soli tre anni, invece che i canonici quattro, verrà organizzato da Parigi, a cui, quindi, è passato il testimone.

Tokyo ha decisamente portato fortuna agli azzurri, che in Giappone hanno ottenuto il record di 40 medaglie, 10 d’oro, 10 d’argento e 20 di bronzo, in 19 discipline. Ogni giorno gli sportivi italiani hanno conquistato almeno un trofeo e nemmeno l’ultima giornata ha fatto eccezione, con le “farfalle” della ginnastica ritmica che hanno conquistato il terzo gradino del podio.

Sicuramente questi Giochi passeranno nella storia sportiva italiana per gli incredibili ed inaspettati risultati nell’atletica, disciplina che solitamente riserva poche soddisfazioni agli azzurri, ma che invece questa volta è valsa ben cinque medaglie d’oro. Le due più inaspettate sicuramente quelle nei 100m maschili e nella staffetta 4x100m maschile. Protagonista in entrambe Marcell Jacobs, nuovo fenomeno mondiale della velocità.

Nella staffetta da rimarcare l’incredibile prestazione di Filippo Tortu che nell’ultima frazione ha recuperato e superato di un centesimo l’avversario britannico regalando lo storico oro all’Italia.

Meno sorprendente il successo nel salto in alto di Gianmarco Tamberi, atleta che aveva già ottenuto importanti risultati internazionali, ma che ci ha regalato anche l’emozione della prima medaglia d’oro condivisa con il qatariota Barshim, grazie ad una delle norme de regolamento.

Sono invece mancati alcuni successi negli sport di squadra ed in quelli che solitamente sono forieri di medaglie per l’Italia, come la scherma, il nuoto, il ciclismo ed il canottaggio, sostituiti appunto dal grande exploit nell’atletica che ha rimpinguato il bottino oltre ogni più rosea aspettativa.

Ma anche la Slovenia può andare orgogliosa della propria spedizione, considerando che sono 5 le medaglie portare a casa, come a Pechino, ma nel 2008 solo una fu d’oro mentre questa volta sono ben tre le medaglie del metallo più prezioso, nuovo record. Sul gradino più alto del podio sono saliti Benjamin Savšek nella canoa slalom, Janja Garnbret nell'arrampicata, che ha confermato tutte le aspettative che c'erano su di lei e Primož Roglič nel ciclismo, nella prova a cronometro.

Ciclismo che ha regalato anche il bronzo nella corsa in linea del nuovo fenomeno mondiale di questo sport, il quasi ventitreenne Tadej Pogačar, pochi giorni dopo aver conquistato il secondo Tour de France consecutivo.

L’argento lo ha invece vinto la judoka Tina Trstenjak, che fu invece oro 5 anni fa a Rio.

A scaldare i cuori dei tifosi sloveni è stata inoltre la squadra di basket, guidata da uno dei migliori cestisti al mondo, Luka Dončić, che per poco non ha regalato una medaglia alla Slovenia. Sconfitti di un solo punto nella semifinale contro la Francia, nella finalina per il bronzo gli sloveni sono stati in gara fino al quarto quarto, quando si sono arresi ad un Australia guidata da un incontenibile Mills.

Davide Fifaco