Foto: EPA
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L'epidemia in Slovenia ha raggiunto il cosiddetto plateau e ormai da alcune settimane pericolosamente ristagna. A dirlo sono gli esperti dell'Istituto Jožef Stefan che avvertono, però, che presto il numero dei contagi potrebbe ricominciare a crescere, visto che si è appena all’inizio della stagione delle malattie respiratorie.

Nel frattempo crescono i pazienti sia nei reparti Covid sia in terapia intensiva come continuano i decessi. Secondo i dati dell’Istituto sino ad ora poco meno della metà della popolazione slovena si sarebbe infettata e attualmente ogni centodecimo abitante è contagioso, pari allo 0,9% della popolazione generale. Circa un quarto della popolazione risulta non essere stata ancora vaccinata e non essersi contagiata, e quindi potenzialmente infettabile dal virus. Si calcola, perciò, che entro primavera tutti i non vaccinati si contageranno.

L’unico modo per evitare questo scenario o per ridurre almeno i ricoveri restano i vaccini, il cui numero sta aumentando ma troppo lentamente. Più di un milione di persone sono state immunizzate contro il covid-19, ma si tratta di poco meno del 50 per cento della popolazione totale, il che è abbastanza lontano dall'obiettivo che porterebbe alla normalizzazione della vita nel paese ha dichiarato Milan Krek, direttore dell’Istituto nazionale di sanità pubblica.

Solo quando si sarà vaccinato tra il 70 e l'80% della popolazione si potrà riprendere la vita sociale in modo normale e si potranno abolire i parametri GVT, ha spiegato l’esperto. Se i numeri continueranno a essere questi ha aggiunto Krek i residenti in Slovenia, inoltre, inizieranno ad avere anche problemi ad andare all’estero, visto che si tratta dell’unico paese rosso scuro su tutto il continente e quindi alcuni stati hanno già inserito la quarantena per i non vaccinati che provengono da qui.

Barbara Costamagna