Si focalizza su un unico autore, attraverso un'indagine declinata in varie espressioni artistiche. È l'originale formula di Dedica, festival letterario pordenonese curato dall'associazione culturale Thesis. Per l'edizione 2021- nell'insolita collocazione autunnale ma potendo contare su una capienza delle sale al 100% - otto giorni di incontri, libri, teatro, cinema, musica e mostre che fino a sabato prossimo omaggiano il giornalista, scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz, un maestro della scrittura di viaggio. L'evento inaugurale, quando Rumiz riceverà anche il sigillo della Città di Pordenone, è in programma oggi pomeriggio al Teatro Verdi, con il protagonista affiancato dalla scrittrice friulana Federica Manzon. Sarà possibile seguire l'incontro anche in streaming, sul canale You Tube della rassegna. Domani il festival si sposta a Sesto al Reghena per la presentazione di uno degli ultimi libri di Rumiz, "Il filo infinito", viaggio nei monasteri benedettini, lì dove si sono costruite le fondamenta dell'Europa, con la sola forza della fede e l'incrollabile fiducia nel motto "ora et labora". Un continente, il nostro, dal confuso presente e dal nebuloso destino: Paolo Rumiz l'ha narrato in un libro uscito da pochi giorni, "Canto per l'Europa", che sarà al centro, nuovamente a Pordenone, della serata di martedì, occasione in cui all'autore sarà anche consegnato il premio FriulAdria "Una vita per la scrittura". Alla presentazione farà seguito, venerdì 22 ottobre, una lettura scenica.
Triestino classe 1947, una carriera costellata di premi e riconoscimenti, Rumiz è il quarto fra gli scrittori italiani omaggiati dal festival friulano in 24 anni ( gli altri sono stati Claudio Magris, Dacia Maraini e Antonio Tabucchi). Con Paolo Rumiz - spiega il direttore artistico Claudio Cattaruzza - la scelta di Dedica si è orientata verso "un autore che, con inimitabile capacità sa raccontare il mondo, conducendo - con i suoi reportage - il lettore 'dentro' i luoghi e le persone. Un talento narrativo di eccezione, ben sintetizzato nelle parole che lo ritraggono come un giornalista e scrittore affamato di incontri e di umanità"